Giocare ai videogiochi migliora le capacità cognitive dei bimbi. E’ questo il risultato molto interessante a cui sono giunti i ricercatori dell’Università del Vermont, negli Stati Uniti, e studio poi pubblicato su Jama Open Network. Se una certa parte della società si dice preoccupata dall’alto utilizzo dei videogiochi da parte dei più giovani, la realtà sembrerebbe essere ben diversa, come dimostrato appunto dai ricercatori americani. Lo studio ha coinvolto bambini di età fra i 9 e i 10 anni, ed è giunto alla conclusione che: “Chi gioca per più di tre ore al giorno ha capacità di attenzione e memoria di lavoro più sviluppate rispetto a chi non gioca”.



In totale sono stati analizzati i comportamenti di gioco di più di duemila bambini, precisamente 2.217, di cui 1.399 femmine (il 63%), e i risultati ottenuti sono davvero sorprendenti, visto che gli stessi giovani videogiocatori hanno evidenziato delle prestazioni cognitive migliori rispetto ai loro coetanei non videogiocatori, in particolare quelle riguardanti l’inibizione della risposta e la memoria di lavoro, ma anche un miglioramento nell’elaborazione visiva e nell’attenzione. “I risultati – concludono gli studiosi dell’università del Vermont, come si legge su Jama – sono coerenti con i videogiochi che migliorano le capacità cognitive che coinvolgono l’inibizione della risposta e la memoria di lavoro e che alterano i loro percorsi corticali sottostanti”.



VIDEOGIOCHI MIGLIORANO CAPACITA’ COGNITIVE BIMBI, E LO PSICHIATRA CONSIGLIA…

Insomma, i videogiochi fanno tutt’altro che male per i nostri ragazzi e i nostri bimbi, e tale ricerca è l’ennesima che ha appunto dimostrato la loro efficacia a discapito invece di una credenza popolare secondo cui i giochi istigherebbero addirittura alla violenza.

Ovviamente l’importante, come ogni cosa e non abusarne, e lo psichiatra, interpellato dai microfoni di Repubblica, aggiunge: “L’antidoto è giocare con loro, aumentare l’autostima e concordare insieme le regole”. Da segnalare infine un lavoro svolto dall’associazione no profit statunitense, Take This, secondo cui i giovani videogiocatori sarebbero più soggetti al rischio di entrare a contatto con ideologie di stampo razzista.