L’Unione Europea ha vietato i prodotti che copiano i nomi dei cibi italiani. Si tratta senza dubbio di una splendida notizia per i produttori italiani, come si legge su teleambiente.it, che da anni lottano contro la “copiatura” dei nomi dei prodotti alimentari venduti oltre i confini nazionali e che ovviamente inducono in inganno i consumatori, creando un doppio danno per la produzione nostrana, prima di tutto il mancato introito economico e secondariamente coloro che credono di acquistare cibo italiano consumano un prodotto non di qualità.



Come ricorda teleambiente.it, queste copie, a volte maldestre, “Sono l’incubo di ogni produttore italiano di cibi Dop”, ricordando parole come gorgonzillo, prosek, e parmesan, che speriamo possano a breve diventare solo un ricordo se non quasi un incubo. L’Unione Europea a riguardo ha fatto sapere di aver trovare un accordo per vietare la registrazione di prodotti “italian sounding”, leggasi cibi quanto bevande che “suonano come italiani”, appunto, grazie ad un nome molto simile a quello dei prodotti della tradizione come appunto il gorgonzola, il parmigiano e il prosecco, che attirano i consumatori e che illudono.



VIETATI PRODOTTI CON NOMI CHE COPIANO CIBI ITALIANI, NEL MONDO 60 MLN DI EURO DI PRODOTTI FINTI MADE IN ITALY

Del resto, chiunque sia mai andato in un supermercato straniero, avrà sicuramente notato prodotti “simil italiani”, come lattine di pasta “schuta” ma anche “pomarola”, così come confezioni di “mozarela”, che nulla hanno a che vedere con i prodotti italiani originali. La regola introdotta a Bruxelles giunge a seguito dell’accordo fra i rappresentanti del parlamento europeo, del Consiglio dell’Unione europea e della Commissione europea, e renderà quindi impossibile registrare nel territorio degli Stati Membri, nomi troppo simili a quelli che hanno un marchio di denominazione protetta.



La proposta era in lavorazione da due anni e stando a The European House Ambrosetti e Ismea, nel mondo vi sarebbero 60 milioni di euro di beni che vengono acquistati dai consumatori convinti siano Made in Italy.