Una nuova, durissima, lettera di Don Carlo Maria Viganò – ex Nunzio Apostolico negli Usa, da diversi anni in aperta opposizione e disobbedienza a Papa Francesco – in risposta ad un sacerdote sui problemi legati ai vaccini e alla pandemia Covid-19 all’interno della Chiesa. Dopo le recenti missive in sostegno a Donald Trump e all’ala conservatrice della chiesa Usa – contro l’avvento di Joe Biden alla Casa Bianca e contro lo stesso Vaticano – Viganò nella lettera prende posizioni ancora una volta durissime contro il Santo Padre e contro la gestione dell’emergenza Covid-19 a livello politico ed ecclesiale.
Il testo integrale pubblicato dal portale MarcoTosatti.com presenta diversi passaggi molto aspri, a cominciare dall’emergenza stessa della pandemia: «L’obbedienza ad un’autorità pervertita non può essere considerata doverosa, né moralmente buona, solo perché al Suo ritorno il Figlio dell’uomo tornerà a fare giustizia alla fine dei tempi. La Scrittura ci sprona ad essere sì obbedienti, moderando la nostra obbedienza con la pazienza e lo spirito di penitenza, ma non ci esorta assolutamente ad obbedire a ordini intrinsecamente malvagi, per il solo fatto che chi ce li imparte è costituito in autorità». Secondo Viganò la pandemia Covid ha messo a nudo l’intento della società occidentale contemporanea di voler “controllare” le libertà e la fede delle persone a discapito di un grande progetto “umanitario” dove non esista un’unica verità ma solo il potere controllato dalle autorità, tanto statali quanto ecclesiali. Il giudizio di Viganò è ancora una volta velenosissimo: «Lo stesso Bergoglio, che dovrebbe rappresentare in terra la più alta Autorità, usa del potere delle Sante Chiavi per assecondare l’agenda globalista e promuovere dottrine eterodosse, ben consapevole di quel Prima Sedes a nemine judicatur che gli permette di agire indisturbato».
IL VACCINO E I FETI ABORTITI
Don Carlo Maria Viganò fa riferimento al passaggio della lettera ricevuta da un sacerdote dove viene gettato forte dubbio sulla legittimità morale di un vaccino anti-Covid come quello di Moderna che sfrutta per la propria composizione il materiale di feti abortiti nel passato (qui un focus dedicato per conoscere meglio la vicenda assai delicata, ndr). «Concordo parimenti sulla assoluta inadeguatezza – scientifica, oltreché filosofica e dottrinale – del documento promulgato dalla CDF, il cui Prefetto si limita ad eseguire supinamente più che discutibili ordini impartiti dall’alto: l’obbedienza dei reprobi è emblematica, in questi frangenti, perché sa ignorare con disinvoltura l’autorità di Dio e della Chiesa, in nome di un asservimento cortigiano all’autoritarismo del superiore immediato», attacca ancora Viganò citando l’ultimo documento della Congregazione per la Dottrina della Fede che definisce «moralmente accettabile un vaccino con cellule di feti abortite». La Santa Sede per questo, attacca l’ex arcivescovo, «tace, complice evidente di una congiura contro Dio e contro l’uomo».
Ancora l’ex Nunzio non fa alcuno “sconto” a Papa Bergoglio e lo attacca a testa bassa: «deliberata volontà di spacciare per moralmente accettabili dei vaccini prodotti con aborti provocati. Questa sorta di sacrificio umano, nella sua forma più abbietta e cruenta, viene quindi considerato trascurabile da un Dicastero della Santa Sede in nome della nuova religione sanitaria, della quale Bergoglio è strenuo sostenitore». Il Papa addirittura viene visto come un “malvagio che siede sulla Cattedra di San Pietro in maniera illegittima” con addirittura autentici «orrori compiuti da Bergoglio in questi anni non solo rappresentano un indecoroso abuso dell’autorità papale, ma hanno come immediata conseguenza lo scandalo dei buoni nei suoi confronti, perché rende invisa e odiosa, con la parodia del Papato, anche il Papato in sé stesso, pregiudicando irrimediabilmente l’immagine e il prestigio di cui godeva sinora la Chiesa, pur già afflitta da decenni di ideologia modernista». L’appello finale è unitamente durissimo e vede in Papa Francesco il vero nemico della Chiesa: «prego che il Signore faccia venire alla luce la verità sinora nascosta, consentendoci di riconoscere il Vicario di Cristo in terra non tanto per la veste che indossa, quanto per le parole che escono dalla sua bocca e per l’esempio delle sue opere».