Il Vaticano e la Cina hanno stretto un patto «immondo», ma qualcuno si sta «svegliando». A parlare in questi termini è Monsignor Carlo Maria Viganò, ex nunzio Usa. Quel qualcuno, invece, è il dottor Arthur Tane, direttore del Council on Middle East relations, che – come riportato da La Verità – ha scritto al Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin per chiedere a Papa Francesco di non rinnovare il patto con Pechino. Secondo Viganò questo accordo segreto rientra in un quadro inquietante, quello di distruzione della Chiesa. Questo accordo, «sempre rifiutato con sdegno dai pontefici», è stato reso possibile, spiega Viganò sulle colonne del quotidiano, dagli uffici dell’ex cardinale McCarrick con l’ausilio dei gesuiti.



Questo accordo comporterebbe vantaggi economici per il Vaticano, rendendo «ancor più vergognoso l’asservimento della setta bergogliana a questo piano infernale». Un durissimo attacco nei confronti di Bergoglio, ma anche della Cina definita «il braccio armato del Nuovo Ordine Mondiale, tanto nella diffusione di un virus mutante creato in laboratorio, quanto nell’interferenza nelle elezioni presidenziali americane».



VIGANÒ “PATTO VATICANO-CINA? NON RINNEGHIAMO CRISTO”

Lo stesso Monsignor Carlo Maria Viganò definisce «ardite e forti» le parole del dottor Arthur Tane, secondo cui questo accordo mette nelle mani della Cina un potere considerevole sulla nomina dei vescovi. Un potere che non fu ceduto neppure ai nazisti, fa notare il direttore del Council on Middle East relations, che accusa Papa Francesco di non aver speso una parola sulla violazione da parte della Cina dei diritti umani e della libertà religiosa. Cita, ad esempio, i 380 campi di concentramento per la minoranza dei musulmani uiguri, le chiese cristiane abbattute con le ruspe, i monaci obbligati ad accettare il marxismo-leninismo.



Bergoglio rischia quindi di macchiare «le mura della Chiesa con il sangue degli innocenti» rinnovando l’accordo tra il Partito comunista e il Vaticano. La speranza di Viganò è che questa lettera serva a far aprire gli occhi, magari anche ai vescovi. A tal proposito, infatti, Viganò a La Verità ha scritto: «Come vescovi non possiamo tacere: il nostro silenzio costituirebbe una intollerabile connivenza e complicità con quei mercenari che, abusando di un potere usurpato, rinnegano Cristo e consegnano le anime al Nemico del genere umano».