RETTIFICA DEL 13 LUGLIO 2022 – L’episodio di cui al presente articolo si è verificato presso il Ristorante “Mozzico”, sito in via Tiburtina 949.

Choc in un locale di Roma, dove un vigilante che aveva chiesto acqua da bere si è ritrovato inconsapevolmente a sorseggiare soda caustica. È accaduto nella serata di domenica 26 giugno 2022, attorno alle 20.40, all’interno di un bar-ristorante in via Tiburtina, annesso a un centro sportivo. L’uomo, Claudio Salvatori (51 anni), si è recato al bancone in compagnia di un dipendente Atac e, oltre al caffè, entrambi hanno ordinato dell’acqua, ma chi li ha serviti ha versato nei loro bicchieri soda caustica.



I due hanno bevuto quella che credevano essere acqua minerale quasi contemporaneamente, ma, mentre il dipendente Atac, sentendo uno strano odore, si è appena bagnato le labbra e ha poi sputato il liquido, il vigilante ha ingoiato il contenuto e immediatamente si è sentito la gola andare in fiamme, gettandosi a terra e cominciando a urlare, sino a rimettere parte della sostanza ingerita. Una testimone ha raccontato a “Il Messaggero” che “è stata una scena spaventosa. Urlava come un matto perché gli bruciava tutto: ‘Cosa mi avete fatto bere?’. A quel punto ho chiamato l’ambulanza e le forze dell’ordine, perché l’uomo comunque era armato, essendo un vigilante. Hanno chiuso il ristorante e ci hanno mandato via”.



CHIEDE ACQUA, GLI SERVONO SODA CAUSTICA: VIGILANTE IN CODICE ROSSO IN OSPEDALE

Il vigilante, a quel punto, è stato trasferito d’urgenza e in codice rosso all’ospedale “Pertini” e, in seconda battuta, al Policlinico Umberto I: fortunatamente non sarebbe in pericolo di vita, però la soda caustica ingerita credendo che fosse acqua gli ha provocato delle gravi lesioni all’esofago.

Nel frattempo, sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Santa Maria del Soccorso, i quali hanno identificato il cameriere che li ha serviti, un 22enne italiano regolarmente assunto, sequestrando anche la bottiglietta incriminata. Scrive “Il Messaggero” che “si tratta di una normale bottiglia d’acqua, senza etichetta, che era stata riempita della sostanza chimica usata per fare le pulizie e incautamente lasciata nei pressi del bancone, tanto da far pensare al barista che si trattasse realmente di acqua”.