Vignetta choc contro Mario Adinolfi. È lo stesso fondatore del Popolo della Famiglia a denunciare l’episodio su Instagram. Non solo: nel post ha pubblicato il fumetto senza apportare alcuna censura, aggiungendo una lunga didascalia nella quale ha spiegato di essere diventato il bersaglio quotidiano di “odio viscerale” e “perversioni sessuali con una terribile brutalità”. Questa vignetta choc, che lo attacca per le sue posizioni anti aborto, non è affatto un caso isolato. “La mia quotidianità trascorre così, con centinaia (sì, non decine, centinaia) di persone che ogni giorno mi riversano addosso il loro odio”.
Mario Adinolfi lamenta anche il fatto di non ricevere alcuna solidarietà. “Se il raffigurato nella vignetta fosse Luxuria o Cecchi Paone o la Boldrini sarebbe scandalo su tutti i giornali. Con Adinolfi si può fare tutto”, ha proseguito nel suo lungo post. Quindi, se la prende con gli articoli “del pervertito di Gayburg”, quindi gli altri attacchi, come quelli “secondo cui sarei un gay represso che sta per fare coming out”, citando in questo caso Luca Bizzarri.
ADINOLFI “VIGNETTA ORRENDA PER MIA BATTAGLIA CONTRO ABORTO”
Mario Adinolfi si sofferma su Luca Bizzarri: “Sì, il genovese che si indignava per le vittime del Ponte Morandi e alla prima occasione ha arraffato i soldi dal libro paga di Autostrade”. Fa anche il nome di Piercamillo Falasca, “una sorta di Calenda che non ce l’ha fatta”, perché avrebbe ripetuto il concetto “col testuale di ‘omosessuale velato’”. Quindi, Adinolfi denuncia il fatto che se ogni giorno “si scatenano addosso disegnatori, testate web, comici televisivi, politicanti”, inevitabilmente “ci saranno poi centinaia che si sentiranno legittimati a fare il coro a questo schifo, se possibile aggravando lo schifo con i termini orrendi che spesso si consentono in particolare i profili anonimi”. Questo perché si fa portavoce di idee diverse. “A loro non piacciono e non sanno controbattere con argomenti”.
In merito alla vignetta, Mario Adinolfi ha aggiunto: “Lo so che questa vignetta è orrenda e sarebbe stato meglio non pubblicarla, ma serve a far capire che prezzo si paga anche sul piano della violazione della dignità personale a fare la battaglia contro l’aborto”. Ma non si è limitato a scrivere questo post. Si è rivolto all’autore della vignetta oscena: “Ho scritto che è un peccato veder svilito il suo talento per comporre questo schifo per contestare la mia linea antiabortista, perché il ritratto è molto somigliante e il tratto del suo disegno dimostra importanti capacità anche tecniche. Tutto gettato via per oltraggiare il “nemico” con la perversione. Che pena, che spreco”.