Sta facendo rapidamente il giro del mondo la vignetta contro il G7 che la Cina, in particolare l’artista Bantonglaoatang, ha pubblicato su Weibo e resa virale dai portavoce del partito comunista. Una rappresentazione delle potenze mondiali che ha fatto, fa e farà inevitabilmente discutere, in quanto chiaramente ispirata al cenacolo, all’Ultima Cena, dipinta a Milano da Leonardo Da Vinci. Una parodia sotto forma di dipinto, insomma, che mostra l’Occidente intento a tramare per governare il mondo e raffigura Stati Uniti d’America, Regno Unito, Italia, Canada, Giappone, Germania, Francia, India e Australia con le sembianze dei loro animali nazionali.
I commensali si trovano seduti attorno a un tavolo su cui è presente una torta a forma di mappa dello Stato cinese, con il canguro che sta a simboleggiare “l’Australia dalla doppia faccia”, che collabora attivamente con gli Stati Uniti nel contenere la Cina, ma è anche desiderosa di guadagnare denaro dalla Cina, il suo più grande partner commerciale, tanto che il canguro, nella vignetta, si allunga sul tavolo per afferrare i soldi che gli Stati Uniti hanno stampato per lui.
VIGNETTA CINA CONTRO IL G7: C’È ANCHE L’ITALIA
La vignetta della Cina contro il G7 è stata prodotta a seguito dell’incontro fra i leader delle potenze mondiali in Cornovaglia e il titolo dell’immagine recita: “Così possiamo ancora governare il mondo”, con i leader circondati da denaro. In particolare, come si può osservare nella parodia, gli Stati Uniti sono ritratti come un’aquila calva al centro del tavolo, mentre il Regno Unito è un leone, l’Australia un canguro, la Francia un gallo, l’India un elefante, il Canada un castoro, il Giappone un cane, la Germania un falco e l’Italia un lupo (in riferimento alle origini di Roma). Il “Daily Mail” in queste ore ha sottolineato che questo attacco da parte del Paese del Dragone giunge dopo che il primo ministro australiano Scott Morrison ha ottenuto il sostegno dei leader mondiali al vertice, “con un impegno multilaterale per affrontare la distorsione economica cinese e le repressioni autoritarie a Hong Kong”.