«Ho spento il telefono quel giorno, non volevo dare spiegazioni o rispondere alla gente», ricorda Viktorija Mihajlovic a proposito del giorno dell’annuncio della malattia del papà Sinisa: «Da quel momento, mia madre e mia sorella sono andate a Bologna per stare con lui, io sono rimasto In Sardegna con mio fratello. In quel momento ho reagito: quando mia mamma è partita, ho dovuto essere forte per i miei fratelli e fare loro da seconda mamma. Ho sentito in quell’istante la crescita, mi sono resa conto di aver reagito». Poi l’influencer ha ricordato il primo incontro all’ospedale, 41 giorni dopo: «Non dimenticherò mai: io avevo già molta pura di entrare in ospedale, per me è una fobia. Quando l’ho visto entrare nella saletta è stato molto forte: l’ho visto dimagrito, senza capelli, con la mascherina. Mi ero ripromessa di non piangere, mi sono scaricata solo quando è tornata in camera». (Aggiornamento di MB)



VIKTORIJA MIHAJLOVIC, L’AMORE TRA I SUOI DUE GENITORI

“Sinisa, un padre“ è il titolo del libro scritto da Viktorija Mihajlovic, figlia dell’attuale allenatore del Bologna e grande ex difensore di Inter e Lazio. Intervistata da Caterina Balivo nel salotto di Vieni da me, il volto tv ha presentato il suo scritto ed ha ripercorso le tappe dell’amore tra i suoi due genitori: «Loro si sono conosciuti in un ristorante a Roma, mia madre è bellissima e mio padre l’ha notata subito: ha detto ad un’amica in comune che se lei avesse voluto, l’avrebbe sposata anche il giorno dopo. Mia madre inizialmente non è rimasta colpita dal look, non era molto glamour, ma hanno iniziato a parlare e si sono conosciuti. Mio padre l’ha conquistata con un grande corteggiamento e dopo un anno si sono sposati. Un anno dopo il matrimonio sono nata io».

VIKTORIJA MIHAJLOVIC A VIENI DA ME

«Nonostante il lavoro, lo ricordo come un padre molto presente», ha aggiunto Viktorija Mihajlovic, che ha poi parlato del soprannome del papà, “Sergente”: «Lui ripeteva sempre le stesse regole che noi dovevamo rispettare: svegliarsi la mattina, lavarsi i denti per tanto tempo, niente telefono a tavola e nessuno si alza prima. Quando c’era lui rispettavamo le regole, ma quando c’era mamma no: mamma non è molto fiscale su queste cose». Sinisa, ha spiegato la figlia, viene «da una famiglia molto povera ma con grandi valori: mia nonna è come mio papà, anche lei ha le sue regole da rispettare e ci tiene molto, dà molta importanza all’educazione ed al rispetto».

Poi sulla malattia che lo ha colpito poco meno di un anno fa: «Lui aveva scoperto la malattia due giorni prima, non era partito per il ritiro e ci aveva detto di avere un po’ di febbre. Noi eravamo un po’ dubbiose. Poi papà ha chiamato mamma e le ha detto della leucemia: mia madre l’ha comunicato a mia sorella un po’ più piccola. Per loro il problema era dirlo a me, il mio terrore è sempre stato che i miei genitori si ammalassero. Io ho un po’ perso il controllo, ero molto arrabbiata e non sapevo con chi prendermela. Ho subito pensato ai miei fratelli, non volevo che loro provassero il mio stesso dolore. Non ero pronta, non sapevo cosa fosse, non mi sono molto controllata. Mio padre m’ha chiamata e mi ha tranquillizzata».