Roberta Petrelluzzi e il suo programma Un giorno in pretura tornano in onda in seconda serata, su Rai3, sabato 6 maggio. Protagonista della puntata è il processo per la vicenda di Villa Rosanna, struttura di Castellammare del Golfo (Trapani) definita “casa degli orrori” per le presunte violenze che si sarebbero consumate ai danni degli anziani ospiti.



L’impulso all’inchiesta sarebbe scattato dalla denuncia di un’operatrice della casa di riposo Villa Rosanna a Castellamare del Golfo, relativamente ai maltrattamenti che si sarebbero verificati su pazienti non autosufficienti ricoverati all’interno del centro del Trapanese. Nell’ambito delle indagini, l’installazione di diverse telecamere da parte degli inquirenti, ricostruisce la trasmissione, avrebbe portato a galla un vero e proprio inferno. In appena due settimane di riprese, infatti, sarebbe stato scoperto un tessuto di condotte gravissime e la vicenda sarebbe finita sulle cronache sotto il sinistro appellativo “casa degli orrori”. Nell’inchiesta si sarebbero registrati diversi arresti, come riporta ancora il programma Un giorno in pretura: il direttore Matteo Cerni e la compagna, la vicedirettrice Rosanna Galatioto, e due operatrici della stessa struttura sarebbero finiti sul banco degli imputati per rispondere, davanti al giudice monocratico, di numerosi reati tra cui sequestro di persona e tortura ai danni di una 90enne, Sara Labita.



Il caso Villa Rosanna, la “casa degli orrori” a Un giorno in pretura

Un giorno in pretura affronta il caso di Villa Rosanna, la “casa degli orrori” a Castellammare del Golfo (Trapani), in cui sarebbe emerso un quadro di maltrattamenti e violenze sugli anziani dopo la denuncia di una delle operatrici. Secondo le accuse, supportate dai contenuti video e audio documentati dai carabinieri, i pazienti sarebbero stati picchiati, legati, vittime di insulti e torture all’interno della struttura al punto da far scattare contestazioni gravissime tra cui il sequestro di persona.



Secondo quanto emerso, l’accusa di sequestro di persona e tortura avrebbe riguardato in particolare il caso di una anziana di 90 anni, Sara Labita, la cui vicenda sarebbe filtrata in tutta la sua drammaticità durante il processo. Nel passaggio di una testimonianza mandato in onda da Un giorno in pretura, una donna descrive i contorni della situazione della paziente a Villa Rosanna: “Lei forse non ha capito – avrebbe detto la teste rivolgendosi al giudice – in che condizioni viveva quella signora. Non poteva fiatare”. Secondo l’accusa, due operatrici avrebbero agito ai danni della 90enne trascinandola con la forza, gettandola a terra e usandola “come uno straccio umano, avanti e indietro, per farle pulire il pavimento“.