«È una bella notizia, un’opportunità», afferma Alberto Villani a “Unomattina” in riferimento al via libera di Ema prima e Aifa poi alla vaccinazione per i ragazzi dai 12 ai 15 anni. Il direttore del Dipartimento di Emergenza, accettazione e pediatria generale dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma non si è sbilanciato riguardo alla organizzazione. «Le regioni hanno margini di operatività, quindi bisogna valutare le singole direttive. Ci sarà una partecipazione dei pediatri diversificata da regione a regione, ma daranno un forte contributo anche nel rapporto con le famiglie. L’altro ambito riguarda i soggetti fragili, lì subentreranno centri vaccinali e ospedalieri». D’altra parte, Villani, che è pure membro del Cts, ha annunciato che grazie agli accordi stretti con la Regione Lazio, il Bambino Gesù, ad esempio, provvederà alla vaccinazione dei soggetti fragili e fornirà un servizio di consulenza telefonica per le famiglie e gli stessi pediatri. Inoltre, Villani ha escluso la necessità di un test sierologico prima della vaccinazione: «No, non c’è nessuna necessità». E ha ribadito che tutti i vaccini anti Covid proteggono anche dalle varianti.



VILLANI SUI NO VAX

Alberto Villani a “Unomattina” si è soffermato anche più in generale sulla campagna vaccinale. «Storicamente i “no vax” sono un’esigua minoranza della popolazione. C’è un gruppo significativo invece di esitanti, che hanno bisogno di corrette informazioni. Dandole possiamo raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati». E ha spiegato perché è importante: «È auspicabile per proteggere anche i più piccoli. Il Brasile piange migliaia di morti in età evolutiva, così l’India. In Italia abbiamo avuto pochi decessi, ma non è escluso che un ragazzo possa avere forme che richiedono la terapia intensiva». Inoltre, ha parlato di una iniziativa: «Ci battiamo per l’introduzione dell’educazione sanitaria nelle scuole. Riuscire ad entrare nelle scuole dalla materna con una corretta informazione renderebbe tutto più facile, anche per le vaccinazioni».



I TRE MOTIVI PER VACCINARE I RAGAZZI

Sono tre comunque i motivi per i quali è importante vaccinare anche i ragazzi secondo Villani: per proteggerli, per una sicurezza generale, così da impedire la circolazione del virus e lo sviluppo di varianti. Infine, perché non c’è ancora una cura. Ad Agensir, infatti, Alberto Villani ha approfondito il tema spiegando che in un caso su mille si sviluppa una complicanza legata al Covid, la cosiddetta Mis-C, la sindrome infiammatoria multisistemica, per la quale sono poi necessarie le terapie intensive. «L’abbinamento Covid-fragilità è ad altissimo rischio, sia nell’età anziana sia nei bambini e lo abbiamo purtroppo toccato con mano anche noi con la morte, in Italia, di una trentina di ragazzi under 18 con importanti comorbidità».

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