La CEI ha risposto alla circolare del Viminale con delle annotazioni che accolgono i suggerimenti e le disposizioni governative, sicuramente un momento di disgelo istituzionale che la CEI spera però si possa tramutare al più presto anche in un via libera per celebrare le messe ordinarie. “Prima dell’accesso in chiesa dei partecipanti alle esequie funebri, sia garantita da un addetto alla sicurezza la misurazione della temperatura corporea, attraverso un termometro digitale o un termo-scanner. Questa disposizione è richiesta anche per le celebrazioni all’aperto. Venga bloccato l’accesso a chi risulti avere una temperatura corporea superiore ai 37,5°C.” Inoltre, sarà il sacerdote celebrante ad assicurarsi del rispetto della distanza di sicurezza tra i fedeli, che non potranno essere più di 15 presenti alle esequie, distribuendo personalmente l’eucaristia: “Vista la possibilità di celebrare le esequie anche con la Santa Messa, nel momento della distribuzione della Comunione eucaristica si evitino spostamenti. Sia il celebrante a recarsi ai posti, dove i fedeli – al massimo quindici – sono disposti nel rispetto della distanza sanitaria. Il sacerdote indossi la mascherina, avendo cura di coprirsi adeguatamente naso e bocca, e mantenga a sua volta un’adeguata distanza di sicurezza. La distribuzione dell’Eucarestia avvenga dopo che il celebrante abbia curato l’igiene delle proprie mani.” (agg. di Fabio Belli)



MESSE ALL’APERTO, CIRCOLARE DEL VIMINALE

Una circolare del Viminale è stata inviata ai prefetti con a tema la celebrazione dei funerali, e una possibile riapertura a breve termine riguardo le Messe nelle settimane di Coronavirus. Argomento che ha fatto parecchio discutere: nell’ultimo Dpcm, quello di Giuseppe Conte, si parlava solo della riapertura ai funerali nella Fase 2 mentre le Messe restavano vietate al pubblico. Cosa che ha generato una ridda di polemiche a partire dal comunicato della Cei, fino ad arrivare ai tanti cattolici che già in precedenza avevano alzato la voce, e che sono tornati a farsi sentire parlando esplicitamente di una violazione di diritti costituzionali e diverso metro di giudizio rispetto ad altre aperture (i parchi, per esempio, o la visita ai congiunti che ora nonostante il Coronavirus saranno possibili). Ora, il Viminale ha voluto fare chiarezza con questa disposizione: vi si legge che “dal prossimo 4 maggio la forma liturgica delle celebrazioni rientra nella competenza dell’autorità ecclesiale. Si chiede di evitare assembramenti ovvero corteo di accompagnamento del feretro”.



Nella circolare in questo periodo di Coronavirus si parla dunque espressamente dei funerali che, con il Dpcm di cui sopra, sono l’unica funzione che il Governo ammette al momento nei luoghi di culto. Naturalmente nei funerali cattolici è anche prevista la celebrazione della Messa, e infatti la circolare dice che in questo caso “deve essere evitato il contatto fisico come per esempio lo scambio del segno della pace, in continuità con le disposizioni già emanate”. Qualora invece le celebrazioni dovessero essere effettuate al chiuso, sarà obbligatorio mantenere la distanza di sicurezza e in più tutti i presenti dovranno indossare la mascherina; inoltre, saranno le autorità locali a dover verificare la “capienza adeguata della Chiesa”. Come già detto, le norme vigenti per evitare il contagio da Coronavirus impediscono ai partecipanti di fare cortei di accompagnamento del feretro, i presenti dovranno allontanarsi al termine del rito e, soprattutto (era già stato detto), il numero massimo di persone ammesse resta di 15 ma “nelle prossime settimane si potrebbe decidere di aumentare il numero”.



CORONAVIRUS, DA 11 MAGGIO MESSE ALL’APERTO?

Questo, si dice, dipenderà anche e soprattutto dall’andamento della curva dei contagi da Coronavirus, e sarà una scelta che andrà presa a livello regionale; e le Messe? Intanto, il Viminale ha consigliato ai sacerdoti di celebrare le messe all’aperto, così che i rischi di contagio siano ridotti ai minimi. Questo, potrebbe essere applicato non solo per i funerali ma anche per altre funzioni religiose. Dopo la lettera ufficiale della Cei infatti il Governo starebbe mettendo al vaglio la proposta di celebrare le Messe all’aperto dal prossimo 11 maggio, mentre dal giorno 25 si potrebbe tornare all’interno delle chiese. La decisione, si legge sulla circolare, sarà presa nelle prossime ore dal Comitato Tecnico-Scientifico che Giuseppe Conte aveva recentemente accusato di essere stato troppo rigido sulle misure contenitive anti-Coronavirus e dunque scaricandovi la responsabilità per quanto riguarda il divieto di celebrare la Messa con il pubblico.