Il contributo dato da Vincent Cassel nella trasposizione cinematografica della fiaba La Bella e la Bestia è stato quasi marginale. Strano a dirsi, visto che lui – nel film – ha interpretato il protagonista, la Bestia, ma la verità è che il più del lavoro lo hanno fatto i tecnici della postproduzione. “È un caso molto particolare”, ha spiegato Cassel in un’intervista del 2014 a Chedonna.it, “io non controllo nulla del mio personaggio concretamente. Sì, abbiamo discusso sulla definizione dello stile che avrebbe potuto avere, in che misura la Bestia doveva somigliarmi, fino a che punto, come, dove… ma poi, man mano che il film si definiva, fino al momento in cui sono entrato sul set, mi sono reso conto che non sarebbe stato come mi era stato spiegato, né soprattutto come l’avevo immaginato. Mi avevano detto: ‘Sarà come Avatar, con la piccola camera davanti e poi è tutto fatto, tu reciti e successivamente ritrascriviamo’. Ma in effetti no! L’evoluzione della tecnologia ha fatto si che Avatar fosse già old school”. Capire in che modo realizzare materialmente la Bestia ha portato via la maggior parte del tempo. A un certo punto venne presa in considerazione l’idea di fare come per Lo strano caso di Benjmin Button, con una crema fosforescente sul viso e 80 camere puntate addosso. Ma anche quell’opzione fu presto scartata: “Dopo le riprese, quando siamo dovuti partire per San Francisco per fare il viso della Bestia, che rappresenta l’80% di ciò che dovevo fare in termini di recitazione, ci siamo resi conto che Contour, la società che aveva sviluppato questo software, aveva chiuso perché la tecnologia si era evoluta ed era diventata molto più accessibile. D’un tratto, non era più questione di 80 videocamere ma di 6. Non c’era più bisogno di pomate, ed al posto di un computer impossibile da trasportare, si faceva con uno strumento che si trovava in Canada e che rilevava milioni di punti! Su questo non si poteva discutere. Ci si adatta, e dunque ho fatto quello che dovevo fare”.
Un’esperienza di recitazione inedita per Vincent Cassel
Lavorare a La Bella e la Bestia ha rappresentato per Vincent Cassel un’esperienza di recitazione assolutamente inedita. In quest’occasione più che nelle altre, non ha potuto contare solo sulla sua bravura interpretativa, ma anche e soprattutto sulla maestria dei ragazzi del montaggio. “Per forza di cose, sono stato obbligato a mettere in mani altrui ciò che genericamente faccio io”, spiega ancora Cassel nell’intervista. “Avviene spesso nei film che molte cose vengano alterate in fase di montaggio, ma in termini d’emozioni e intenzione, in qualità di attori imprimiamo sempre qualcosa di molto forte. Qui no… sono nelle mani di gente che non conosco. Ma questo è il patto, e con il budget del film e i mezzi utilizzati, penso che il risultato sarà magnifico. L’abbiamo detto spesso durante la preparazione: nel peggiore dei casi sarà sublime perché tra i costumi e le scenografie si vedeva già che sarebbe stato sontuoso. Poi, come riuscire a emozionare con una fiaba che le persone già conoscono? Se riusciamo a farle entrare nella storia dei due personaggi… abbiamo vinto”.