Da oggi Vincent Lambert non sarà più idratato, nutrito e non riceverà i trattamenti e le cure che da quasi 10 anni lo tengono in vita nello stato vegetativo in cui versa dopo il terribile incidente nel 2008. «La procedura di stop dei trattamenti – alla quale la Corte di Cassazione francese ha aperto la strada venerdì – «proseguirà a partire da oggi 2 luglio», sono le parole del medico dell’ospedale Chu di Reims consegnate alla famiglia Lambert. I genitori dopo l’appello disperato all’Onu si sarebbero attesi un decorso più lungo, anche per via del ricorso fatto dall’avvocato di famiglia dopo la sentenza della Cassazione di Parigi lo scorso weekend. Intervenendo ancora a Radio Vaticana, il professore e sacerdote Don Roberto Colombo torna a trattare il caso Lambert con forte preoccupazione e allertando tanto la cultura francese quanto quella italiana ed europea: «Ci troviamo, spiega don Colombo, di fronte ad una ostinazione eutanasica indegna della buona medicina e di una società civile fondata sul diritto e sulla uguaglianza di tutti i cittadini, anche se disabili gravi». Non solo, secondo quanto spiegato da Colombo «per il Papa l’eutanasia e il suicidio assistito sono una sconfitta per tutti. La risposta a cui siamo chiamati è non abbandonare mai chi soffre, non arrendersi, ma prendersi cura e amare per ridare la speranza».
MEDICO VINCENT LAMBERT “STACCARE LA SPINA”
Questa mattina potrebbe esserci stata l’ultima vera, drammatica, svolta sul caso Vincent Lambert che da mesi divide la Francia: il medico del paziente tetraplegico – in stato vegetativo da oltre 10 anni – ha deciso di interrompere i trattamenti. L’annuncio è stato dato dall’emittente Bfm-Tv, riportando come i medici che tempo seguono le vicende e le cure di Vincent Lambert avrebbero deciso di staccare la spina nelle prossime ore. Venerdì scorso, va ricordato, la Corte di Cassazione francese aveva annullato la decisione del tribunale di Parigi che in precedenza invece aveva vietato la sospensione delle procedura di distacco dei supporti vitali decisa per consentire alla Convenzione Uno sui diritti delle persone disabili di prendere piena coscienza e giudizio delle condizioni di Vincent. Jérôme Triomphe, avvocato dei genitori di Vincent Lambert, aveva affermato che la Corte di cassazione «non ha messo in discussione le misure provvisorie e quindi il distacco della nutrizione sarebbe illegale, annunciando un nuovo ricorso». La Corte però ha dato ragione ad un ricorso del Governo francese che invece chiedeva la sospensione immediata dei trattamenti vitali, dando via libera all’ospedale Universitario di Reims (il Chu) di staccare la spina al loro paziente Vincent Lambert.
LA MAMMA DI LAMBERT E IL DISPERATO APPELLO ALL’ONU
La moglie Rachel da tempo è impegnata per richiedere l’eutanasia per il marito, mentre dal 2013 i genitori si sono opposti con continui ricorsi e appelli sotto ogni Corte e Tribunale di Francia e d’Europa. Lambert, oggi 42enne, è padre di una bambina nata nel 2008, qualche mese prima dell’incidente stradale che l’ha lasciato in stato vegetativo. Ci sono già state in passato sospensioni delle cure poi però ripristinate grazie alla forte battaglia di mamma e papà Lambert: da ultimo, dopo la sentenza della Corte di Cassazione venerdì scorso, i genitori di Vincent si sono rivolti addirittura all’Onu per chiedere di intervenire contro quello che definiscono «un assassinio legale di nostro figlio». «Non sono né medico, né giurista, sono la mamma di Vincent», ha spiegato ieri Viviane Lambert davanti alla corte riunita a Ginevra, «Perché non ascoltarci? Vincent è un essere umano, non è un oggetto. Gli viene messa la testa sott’acqua. È drammatico». Nelle scorse ore Don Roberto Colombo – Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, nonché spesso ospite con editoriali nel nostro quotidiano – su Vatican News aveva spiegato «Vincent Lambert è vivo, come uno di noi. Non è ventilato meccanicamente ed il suo cuore batte spontaneamente. Non è un paziente nella fase terminale della sua malattia, ma è stabilizzato. Non è in fin di vita. Ha bisogno solo di cure fisiologiche essenziali, quelle che si praticano ad ogni paziente in ospedale o a casa. L’ultima sentenza della Cassazione francese di privarlo di idratazione e nutrizione si configura come un inaccettabile e disumano atto di eutanasia, perché volto alla soppressione intenzionale e diretta della vita di un paziente».