I filmati di oltre 150 telecamere e le impronte sulla sulla sua City bike azzurra potrebbero chiudere il cerchio intorno all’assassino di Vincenza Saracino, la 50enne trovata senza vita in un casolare abbandonato a Preganziol (Treviso) il 3 luglio scorso. L’ultima immagine della donna risale al pomeriggio del giorno precedente, ripresa mentre fa la spesa in un supermercato prima di sparire misteriosamente. Poi avrebbe comprato le sigarette in un bar e chi l’ha vista, riporta Estate in diretta, la descrive come vestita in modo elegante, come se avesse un appuntamento imminente. Di lì a poco, la fine.



Ora chi ha ucciso Vincenza Saracino, a poca distanza dalla sua casa e dal sexy shop in cui lavorava con suo marito, sembra avere le ore contate: le tracce biologiche isolate sul mezzo che usava per spostarsi potrebbero portare all’identità del killer che, è convinzione di chi indaga, probabilmente conosceva e potrebbe aver agito per un movente economico.



Omicidio Vincenza Saracino a Preganziol: il punto sulle indagini

Secondo quanto trapelato nelle scorse ore, una delle telecamere della zona potrebbero aver ripreso la via di fuga dell’assassino e i video sono al vaglio degli inquirenti. Vincenza Saracino è stata uccisa con 5 coltellate il 2 luglio scorso e, stando alle indagini, avrebbe incontrato il killer poco prima di morire. Gli investigatori sono certi che vittima e carnefice si conoscessero, forse si sarebbero dati appuntamento per una questione da chiarire.

La bicicletta della 50enne sarebbe stata ritrovata a poche decine di metri dal cadavere, ed proprio sulle tracce rilevate sulla due ruote che ora si concentra l’attenzione investigativa. Prima della scomparsa, Vincenza Saracino avrebbe fatto un’ultima telefonata alla figlia per informarla del suo ritorno a casa per preparare la cena, un proposito mai concretizzato. Da quella chiamata sembra emergere che prevedesse un breve incontro con chi, invece, poi l’avrebbe uccisa e abbandonata nel casolare dove è stata trovata soltanto 24 ore più tardi. Il Ris di Parma si sta occupando di analizzare le tracce sulla bici, in particolare sangue e impronte digitali che potrebbero portare alla soluzione del giallo. Al centro dell’inchiesta anche un altro elemento: il telefono della vittima che non si esclude possa contenere traccia di un contatto con il presunto omicida proprio a ridosso del delitto. Dall’esame del dispositivo sarebbero emersi importanti indizi e la svolta, a 28 giorni dalla morte di Vincenza Saracino, sembra più vicina.