Vincenzo Agostino è morto nel 2024 all’età di 87 anni, gli ultimi 35 trascorsi nel lutto e nell’impegno instancabile contro la mafia nel nome dei figlio, l’agente di polizia Nino Agostino, e della nuora Ida Castelluccio uccisi da Cosa nostra nel 1989. La coppia fu trucidata a Villagrazia di Carini, la donna era incinta di due mesi, e per decenni Vincenzo Agostino si è battuto per arrivare alla verità e alla giustizia sul duplice omicidio, diventando simbolo della lotta alle mafie e famoso in tutta Italia con l’appellativo di “padre coraggio“.
La barba lunga, che non ha più tagliato dal momento dei delitti, era il segno della sofferenza di Vincenzo Agostino e della sua determinazione nella ricerca dei responsabili della morte del proprio figlio e della sua giovane moglie. Un segno distintivo frutto di una promessa sulla tomba del suo Nino in attesa che la giustizia facesse il suo corso. Ha combattuto strenuamente anche per smascherare i depistaggi dietro il duplice omicidio.
Il dramma nel docu-film Io lo so chi siete
La storia della incessante battaglia di Vincenzo Agostino per dare giustizia al figlio e alla nuora è raccontata in un docu-film che va in onda il 24 maggio su Rai 3, in prima serata. Il titolo è Io lo so chi siete, per la regia di Alessandro Colizzi e Silvia Cossu, e ripercorre la drammatica vicenda e la lotta del “padre coraggio” che mai si è arreso alla terribile fine dei propri cari.
Vincenzo Agostino aveva perso la moglie Augusta Schiera nel 2019 e aveva promesso di tagliare la barba soltanto quando la verità sarebbe saltata fuori, ma si è spento prima che questo potesse accadere. Sulla tomba della sua amata c’è una frase che sintetizza il loro dramma: “Qui giace Augusta Schiera, madre dell’agente Antonino Agostino. Una mamma in attesa di giustizia anche oltre la morte”. Così don Luigi Ciotti lo ha ricordato attraverso le pagine dell’associazione “Libera contro le mafie”: “Tutti speriamo che quella lunga, insopportabile attesa non sia stata vana. Fra poche settimane si chiuderà l’ultimo dei processi ancora in corso sul delitto Agostino, dopo che alcune condanne sono già state emesse. Il nostro saluto a Vincenzo è reso meno amaro dalla consapevolezza che il risultato inseguito per tutti questi anni è finalmente a portata di mano“.
Il duplice omicidio del poliziotto e della moglie incinta a Palermo
Il poliziotto Nino Agostino, figlio di Vincenzo, agente in servizio presso la questura di Palermo, fu trucidato con la giovane moglie incinta al secondo mese di gravidanza, Ida Castelluccio, in un agguato mafioso avvenuto il 5 agosto 1989. Teatro del duplice omicidio, l’area antistante la casa di famiglia a Villagrazia di Carini, dove la coppia stava entrando per una festa di compleanno con i parenti.
Secondo la ricostruzione, due killer li avrebbero raggiunti in sella a una moto e avrebbero aperto il fuoco contro i coniugi. L’agente sarebbe morto tra le braccia del padre Vincenzo Agostino e della la moglie durante il trasporto in ospedale. “Sappiamo chi sono gli esecutori – aveva detto l’uomo al Tg1 in una delle sue ultime interviste –, ma i mandanti?”. Una prima risposta a questa domanda è arrivata con la conferma della condanna all’ergastolo a carico del boss mafioso Nino Madonia, ritenuto mandante, ma sugli imputati accusati di essere stati esecutori materiali si attende l’esito del processo: il boss Gaetano Scotto, accusato del duplice omicidio aggravato, e Francesco Paolo Rizzuto, amico del poliziotto ucciso e accusato di favoreggiamento.