Vincenzo Castelli, medico specializzato in Allergologia presso l’ospedale “Vannini” di Roma, è il protagonista della puntata di “Nuovi Eroi” in programma nella serata di oggi, martedì 11 febbraio, su Rai Tre. Racconterà la sua storia di padre ancor prima che di uomo di scienza, legata al tragico evento che ha colpito la sua famiglia in un pomeriggio del febbraio 2006, quando suo figlio Giorgio, giovane promessa del calcio, fu colto da un arresto cardiaco mentre si stava allenando sul manto erboso dello stadio di Tor Sapienza, successivamente intitolato alla sua memoria. Nonostante l’intervento dei soccorsi, per il ragazzo non ci fu nulla da fare. Un dolore incommensurabile e indescrivibile per i suoi genitori, tramutatosi tuttavia, con il tempo, in una straordinaria opera di solidarietà, di amore, di presenza sociale e, nell’accezione più alta del termine, politica. Infatti, successivamente alla dipartita di Giorgio, suo padre Vincenzo ha istituito la fondazione di ricerca scientifica che porta il nome del figlio, con l’obiettivo di contribuire concretamente e in maniera fattiva alla lotta alle malattie cardiovascolari, attraverso la promozione e la divulgazione della cultura dell’emergenza e del primo soccorso.
VINCENZO CASTELLI: LA FONDAZIONE “DEL CUORE”
Vincenzo Castelli, dunque, non si è arreso e ha scelto di continuare la propria esistenza nel nome del figlio mediante la fondazione Giorgio Castelli, che si occupa di trasferire al prossimo le nozioni base del primo soccorso, quelle che possono realmente fare la differenza in un momento d’emergenza e determinare la sopravvivenza di una persona. Come si legge sul portale telematico ufficiale della fondazione, “tutto questo, letteralmente, è vissuto sempre come un dono. Potremmo parlare di numeri, straordinari anch’essi, di esecutori formati, di defibrillatori donati, di scuole, oratori, paesi interi messi in sicurezza, ma quello che è straordinario, è la forza del messaggio che la fondazione continua a trasmettere con sempre rinnovata freschezza ed energia, il messaggio che l’altro è al centro delle tue attenzioni, che la vita va spesa per salvarne tante altre, che la morte e il distacco possono avere un senso se producono il frutto dell’amore, tanto più profondo quanto dedicato a chi, potenzialmente, neanche si conosce, ma che potrebbe trovarsi vicino a te su un campo di calcio, un banco di scuola, il cortile di un oratorio, il sedile di una metropolitana”.