Vincenzo La Porta è stato arrestato a Corfù: il latitante era nell’elenco dei 100 più pericolosi stilato dal ministero dell’Interno. Il “colletto bianco” del clan Contini, un sodalizio della Camorra denominato anche “Alleanza di Secondigliano”, come riportato dal Corriere della Sera, era stato condannato a 14 anni di carcere, ma era riuscito a darsi alla fuga e fare perdere le sue tracce per oltre un decennio.
In Grecia si era rifatto un’altra vita, creando una seconda famiglia e occupandosi della gestione di alcuni esercizi commerciali. A tradirlo, tuttavia, è stata la passione per il Napoli. Quando la sua squadra del cuore ha vinto lo scudetto, infatti, non è riuscito a evitare di festeggiare a distanza. È stato così immortalato in una foto davanti a un ristorante con una sciarpa azzurra fra le mani, che è finita sulla scrivania dei Carabinieri. Gli inquirenti sono riusciti a rintracciarlo e a catturarlo, interrompendo la sua latitanza.
Vincenzo La Porta arrestato a Corfù: era tra latitanti peggiori, cosa ha fatto
È emerso insomma che il latitante Vincenzo La Porta ha vissuto a Corfù, dove è stato arrestato, per tutto il periodo successivo alla condanna. Il prolungato soggiorno in Grecia veniva finanziato alla Camorra stessa. Il territorio era diventato un posto “sicuro”, dove potere portare avanti i suoi affari lontano da occhi indiscreti. Il tutto finché il sessantenne non ha pensato di mettersi in mostra per la festa dello scudetto del Napoli. Sebbene avesse in testa un cappello da baseball e una sciarpa azzurra tra le mani, i Carabinieri lo hanno riconosciuto con facilità.
È in questo modo che sono iniziate una serie di accertamenti e pedinamenti, che sono stati svolti anche con la collaborazione della Polizia greca. I militari, a distanza di qualche giorno, lo hanno alla fine bloccato in strada, mentre era in sella al suo scooter. È stato arrestato e rimpatriato in Italia, dove dovrà scontare una condanna a 14 anni e 4 mesi di carcere.