È stato estradato in Italia il 30enne Vincenzo Maffione, arrestato negli Emirati Arabi il 25 gennaio scorso con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale in materia di Iva. Vincenzo Maffione risulta indagato nell’ambito dell’operazione ‘Pit stop’ della Guardia di Finanza di Torino coordinata dalla Procura europea (EPPO). Il provvedimento è stato eseguita poche ore fa dal Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia e Maffione è stato trasferito con un volo Abu Dhabi-Roma.



L’estradizione è avvenuta all’indomani dell’incontro tra il ministro della Giustizia italiano, Carlo Nordio, e il suo omologo emiratino Abdullah Al Nuaimi. Nordio, si legge in una nota, ringrazia le Autorità competenti “rilevando la crescente fruttuosa ed amichevole collaborazione tra i due governi“.



Chi è Vincenzo Maffione, arrestato negli Emirati Arabi ed estradato in Italia

Vincenzo Maffione, 30enne di Orta Nova, in provincia di Foggia, è arrivato a Fiumicino dopo l’attivazione di una procedura semplificata di estradizione da Dubai ed era stato arrestato negli Emirati Arabi lo scorso 25 gennaio. Secondo quanto riporta RaiNews, sarebbe considerato al vertice di una maxi frode sull’Iva nel commercio online di pneumatici. Sul web si sarebbe definito “un cervello in fuga” e, secondo l’accusa, avrebbe portato avanti un sofisticato schema volto ad aggirare il Fisco.



Le operazioni di vendita che noi consideriamo sostanzialmente nazionali e sulle quali doveva addebitarsi l’Iva in fattura sono state fatte figurare, attraverso società interposte fittizie, come intracomunitarie, dove l’Iva non viene addebitata – ha spiegato il procuratore europeo per l’Italia, Andrea Venegoni, come riporta RaiNews. Secondo noi la società italiana coinvolta non ha ricevuto l’Iva che avrebbe dovuto ricevere dalle vendite e quindi non l’ha versata allo Stato italiano. Di conseguenza questa quota non è confluita nel bilancio dell’Unione Europea. Stiamo parlando di un’evasione di 40 milioni di euro sottratti allo Stato italiano e in quota parte all’Unione Europea“. Le indagini si sarebbero articolate in diversi Stati, dalla Germania al Belgio, dalla Lituania all’Estonia, Olanda, Romania, Cipro, Bulgaria, Francia e Lussemburgo.