L’esperienza di Vincenzo Mollica al Festival di Sanremo si chiude ufficialmente oggi, con lo “Speciale Tg1” dedicato alla 70esima edizione della kermesse musicale. Ci saranno infatti le sue uniche e sorprendenti interviste del giornalista, le ultime da inviato della Rai visto che va in pensione a fine mese. Doveva andarci già il 27 gennaio scorso, ma dopo la “campagna” di Fiorello, la Rai gli ha dato la possibilità di seguire il Festival di Sanremo 2020 condotto da Amadeus. Un’edizione quindi speciale per lui, che è stato omaggiato dall’Ariston e dalla sala stampa. Il contributo di Vincenzo Mollica a livello giornalistico è stato infatti importante, soprattutto negli ultimi anni, con la malattia (il glaucoma, il morbo di Parkinson e il diabete) che lo tormenta, ma non lo abbatte. Lo conferma anche la grinta con cui ha vissuto il suo ultimo Festival. Proprio per la sua esperienza, ha creato una sorta di filo diretto con Sanremo, un rapporto speciale che ha spinto il Comune a donargli una targa.
VINCENZO MOLLICA MALATTIA “QUANDO CAPÌ CHE SAREI DIVENTATO CIECO”
È stato lo stesso sindaco Alberto Biancheri a volere questa iniziativa, per lui vissuta come l’attestazione di stima per il grande lavoro svolto dal giornalista. «La città di Sanremo ha voluto rendere omaggio a Vincenzo Mollica, straordinario narratore e interprete di tante edizioni del Festival», ha dichiarato il primo cittadino di Sanremo durante la consegna del riconoscimento. Un gesto che non è solo istituzionale, ma profondo per quello che ha rappresentato Vincenzo Mollica per Sanremo e viceversa. In attesa di scoprire cosa gli riserverà il futuro, Vincenzo Mollica in queste ore ha parlato della sua malattia con i colleghi della Gazzetta del Sud. Tutto parte da un saluto alla Calabria, che gli ricorda la sua infanzia ma anche come sono cominciati i problemi alla vista. «Avevo sei anni quando in Calabria mi diagnosticarono una malattia agli occhi. Un glaucoma, lo chiamano “ladro silente di vista”. Dissero ai miei genitori che avrei perso presto la mia vista. Io capii quello che stava accadendo: da allora ho imparato a memorizzare tutto ciò che mi circonda, dovevo sopravvivere».