Quello che ha preso il via ieri, sarà l’ultimo Sanremo da inviato per Vincenzo Mollica, il celebre giornalista che per tanti anni ha rappresentato un vero e proprio pilastro della kermesse canora. Come riporta ItaliaOggi, Mollica ha ottenuto una deroga alla consueta prassi Rai di non dare incarichi ai propri giornalisti pensionati e per questo sarà l’inviato per il Tg1 anche per questa importante settantesima edizione del Festival. Alla vigilia del suo addio televisivo, Mollica aveva commentato: “Per me questo Festival sarà soprattutto una festa di congedo e mi fa un piacere immenso che proprio quest’anno ci siano Fiorello e Tiziano Ferro a cui sono molto legato”. Anche ieri sera, Mollica è comparso dal balconcino del Teatro Ariston di Sanremo insieme ai suoi ospiti, con la sua consueta gioia e voglia di vivere ma soprattutto di immergersi nel lavoro che ama e che ha finora rappresentato tutta la sua vita. Da Amadeus, padrone di casa della kermesse passando per Fiorello e fino ad Emma, il giornalista Rai ha dimostrato di non essere ancora del tutto pronto ad abbandonare il celebre balcone ormai soprannominato “il balconcino di Mollica” e che rappresenta da ormai 39 anni l’appuntamento fisso del pubblico di Rai1 prima dell’inizio di ogni serata sanremese. Il giornalista Rai sta combattendo da anni contro la malattia, divenuta sempre più visibile: oltre ad essere quasi cieco per via di un glaucoma e un’uveite, Mollica è affetto dal morbo di Parkinson.



VINCENZO MOLLICA, I SUOI RICORDI PIÙ BELLI DEL FESTIVAL

Il primo Sanremo come corrispondente per Vincenzo Mollica è arrivato nel 1981 quando Alice vinceva il Festival con “Per Elisa”. Di quell’edizione il giornalista Rai ha un ricordo ben preciso, come spiegato in una intervista a Fanpage.it: “Andai a intervistare il patron Gianni Ravera e gli chiesi quale caratteristica dovesse avere una canzone per vincere il Festival e lui con molta semplicità mi disse: ‘Deve essere liberatoria come una bella pisciat*’. Mi colpì perché fu la stessa risposta che mi diede il direttore d’orchestra Gorni Kramer!”. Tornando al momento più difficile da lui vissuto nel corso delle varie kermesse, Mollica ricorda la sera in cui un uomo tentò di buttarsi dal cornicione, salvato poi da Pippo Baudo: “L’ho vissuta con grande emozione perché ero sotto in platea”. Ed ancora, racconta quello più bello: “Ho vissuto uno dei momenti più teneri nell’ultimo Festival che ha fatto Lucio Dalla con Pierdavide Carone. Lucio è morto una settimana dopo. Siamo stati spesso insieme in quei giorni e mi ha raccontato un sacco di cose che conservo gelosamente”. Quest’anno crede che Amadeus riuscirà a fare un bel Festival ma lui vedrebbe come direttrice artistica della kermesse “Sophia Loren che ama la musica in maniera straordinaria e la conosce molto bene”.

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