Vincenzo Mollica si è raccontato ai microfoni di Famiglia Cristiana. Il noto inviato di casa Rai Uno, non si è soffermato sul recente Festival di Sanremo, l’ultima edizione a cui lo stesso giornalista ha preso parte, bensì sul cinema, l’altra sua grande passione. “Dopo le cerimonie degli Oscar ho realizzato le mie interviste più belle con Leonardo Di Caprio, Julia Roberts, Martin Scorsese, perchè in quel momento non sono più personaggi ma persone”. Quando il giornalista chiede a Mollica quali siano le cerimonie di premiazione che lo stesso ricorda con maggiore emozione, risponde prima di tutto quella di Benigni, che vinse l’Oscar per la Vita è bella, e poi quella del 1993 in cui Fellini vinse il premio alla carriera: “Sua moglie, Giuletta Masina, mi si avvicinò e mi disse: ‘Pensa Federico, cinquant’anni e cinque Oscar, uno ogni dieci anni di matrimonio’. Al ritorno sull’aereo mi confidò la sua nuova idea di girare un film sul mestiere dell’attore, voleva farlo con Sophia Loren con cui non aveva mai lavorato: purtroppo pochi mesi dopo morì”.



VINCENZO MOLLICA: “IL MIO AMICO CAMILLERI..:”

E a proposito del cinema italiano, Mollica spiega: “Io penso che soffi un bel vento, Il Pinocchio di Garrone, Tolo tolo di Zalone, La dea fortuna di Ozpetek, e Il primo Natale di Ficarra e Picone, dimostrano la vivacità della nostra produzione”. Mollica si è aggravato molto negli ultimi tempi, al punto da non riuscire quasi più a vedere, e di conseguenza, dal non poter più disegnare, una delle sue innumerevoli passioni: “Ma il mio amico Andrea Camilleri – dice a riguardo l’inviato del Tg1 – che aveva la mia stessa malattia, mi ha insegnato che si può trovare un nuovo modo di scrivere, usando la fantasia. La mia memoria si è trasformata in un tablet in cui mi diverto a disegnare la Donna Cannone con le fattezze di Betty Boop”. Il 29 febbraio sarà l’ultimo giorno di lavoro per il grande Mollica, deciso a ritirarsi dalle scene per godersi la meritata pensione: “Cosa farò dopo? Abbraccerò il futuro con quello che mi porterà. Un vero giornalista non smette mai di esserlo, e io non smetterò mai di portare la casacca del Tg1, la casacca di chi deve svolgere un servizio pubblico”.

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