Vincenzo Mollica, celebre giornalista e scrittore, ma anche tra le figure più note della televisione, almeno fino a qualche anno fa, si è raccontato sulle pagine di Repubblica, ripercorrendo i ricordi di una vita, fino alle sue attuali, complicate, battaglie. Racconta, infatti, che “da un po’ mi accompagnano tre delinquenti: la cecità, il diabete e il Parkinson“, ma nel frattempo “ignoro cosa sia la depressione”.
“Quando ho perso al vista”, ricorda Vincenzo Mollica, “Andrea Camilleri, che ha avuto lo stesso guaio, mi incoraggiava: ‘Non perdere la memoria dei colori, ricordati il rosso, il bianco, il giallo. Sognali. Tutto sarà più a fuoco’. Ricordo”, racconta ancora, “l’ultimo incontro a casa sua. Non vedevo io e non vedeva lui. Valentina Alferj, la sua assistente, ci fece toccare con le mani. Me lo porto sempre in tasca quell’abbraccio, quando le giornate si fanno più scure”. Continuando, però, a parlare della cecità, Vincenzo Mollica racconta che da quando ne è stato colpito, “ho capito quanto contano la memoria e gli altri sensi. Aiutano a vedere, perché quello che non vedi, lo immagini”.
Vincenzo Mollica: “Mentana è il migliore tra i telegiornalisti”
Passando, poi, ad argomenti più leggeri, Vincenzo Mollica ci tiene a ricordare i suoi grandi amici famosi, come “Benigni [che] è un poeta, quello che tocca diventa luce ed emozione. Fiorello [che] con l’ironia fa fiorire i prati”, sottolineando che “è una fortuna avere amici così, come è stato fondamentale per me Celentano”, ma anche Enrico Mentana, con il quale entrò al Tg1, collaborandoci per ben nove anni.
“Siamo rimasti amici”, racconta Vincenzo Mollica parlando di Mentana, ma anche di “Clemente Mimun e Lamberto Sposini”, mentre l’attuale direttore del tg di La7, secondo il collega, “è il più grande telegiornalista, furetto della memoria”. Sulla Rai, invece, sottolinea che “il servizio pubblico è stata la mia bandiera fin dal primo giorno che sono entrato” ed è certo che ora come ora, in ogni caso, “la Rai deve fare servizio pubblico“. Infine, Vincenzo Mollica ha voluto anche dedicare un paio di parole a “mia moglie Rosa Maria e mia figlia Caterina: i cardini della mia esistenza. Mi hanno aiutato”, spiega, “a crescere e a capire la vita”.