Resta in carcere Vincenzo Palumbo, autotrasportatore di 53 anni che ha esploso dal terrazzo della sua abitazione undici colpi di pistola contro Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella, due giovani di 27 e 26 anni che si trovavano a bordo della loro automobile, una Fiat Panda, in prossimità della sua abitazione di Ercolano. L’uomo ha dichiarato agli inquirenti di averli scambiati per ladri, ma nel corso dell’interrogatorio di garanzia andato in scena nella giornata di ieri, lunedì 1° novembre 2021, è stata confermata la misura cautelare in struttura penitenziaria per lui.



La vicenda è stata ripercorsa nella mattinata odierna a “Storie Italiane”, trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele. L’inviato Edoardo Lucarelli, in collegamento audiovisivo da Portici, ha intervistato due amici di Pagliaro, che lo hanno ricordato così: “Tullio era una persona di poche parole e di grande sostanza. Aveva un carattere magari un po’ particolare agli occhi di chi lo conosceva, anche noi lo definivamo stranetto come personalità, ma era una persona davvero cristallina”. Emiliano, un altro amico del ragazzo, ha aggiunto: “Tullio era veramente acqua di fonte, aveva una semplicità e una goliardia uniche, era altruista”.



VINCENZO PALUMBO IN CARCERE: IL DELITTO DI ERCOLANO È TINTO DI GIALLO

Nella ricostruzione del duplice omicidio commesso da Vincenzo Palumbo, alcuni passaggi sembrano non tornare. Per esempio, l’uomo ha allertato i soccorritori soltanto 16 minuti dopo gli spari. Telefonando ai carabinieri, ha sottolineato di avere aperto il fuoco contro due ladri che si trovavano fuori dalla porta della sua casa, ma Pagliaro e Fusella non solo non erano due malintenzionati, ma, stando a quanto risulta, neppure si sarebbero avvicinati all’uscio dell’abitazione di Palumbo.

Non sarebbe quindi neppure vera (ma il condizionale in questa fase è più che mai d’obbligo) l’aneddoto legato al risveglio improvviso di Palumbo a causa dell’allarme, che sarebbe scattato all’improvviso. Come riporta il “Corriere della Sera”, dall’ordinanza di custodia cautelare “emerge un comportamento, da parte del camionista, mirato ancora a cercare di attenuare le proprie responsabilità, senza alcuna volontà di offrire un contributo di chiarezza”. Peraltro, “una perizia tecnica sull’impianto ha permesso di escludere che venerdì notte l’antifurto sia entrato in funzione. Era inserito ed è stato disinserito quando l’uomo è uscito sul terrazzo, ma non ha mai suonato”.