Vincenzo Palumbo, il 53enne di Ercolano arrestato in quanto ritenuto il responsabile delle morti dei due giovani, Tullio e Giuseppe, avrebbe sempre cercato di tenere alla larga occhi indiscreti minacciando con il suo fucile. E’ quanto emerso dalla trasmissione Ore 14 che ha ripreso le testimonianze di alcuni vicini. L’uomo sarebbe persino arrivato a minacciare i tecnici dell’Enel intervenuti per un problema.
Gli avvocati di Vincenzo Palumbo sono stati intervistati dalla trasmissione di Rai2 ed hanno riferito cosa avrebbe loro detto in carcere il 53enne: “Ha chiesto scusa ai familiari”, ha svelato uno dei legali. “Lui è ancora sotto choc, questo signore non ha ancora concretizzato che cosa sia effettivamente successo”, ha riferito il secondo avvocato della difesa. Con i due avvocati ed attraverso le dichiarazioni di Palumbo, è stato ricostruito l’accaduto: “Lui ha sentito dei lamenti e lì si è reso conto di aver colpito i ragazzi, si è accorto dopo essersi avvicinato all’auto”. Ma cosa è accaduto nei quasi dieci minuti di buco, prima di scendere per strada? “Non si era quasi reso conto”, ha precisato il legale.
Vincenzo Palumbo, la difesa: “temeva ci fossero altre persone”
Secondo la versione di Vincenzo Palumbo resa alla sua difesa, solo dopo essere stato travolto dalla paura e dal panico avrebbe deciso di scendere in strada, “anche per paura che ci fossero altre persone oltre ai due ragazzi”, per questa ragione avrebbe esitato inizialmente.
Il panico giustificherebbe, sempre stando a quanto riferito ai due avvocati, il motivo per il quale avrebbe atteso ulteriori 18 minuti prima di allertare i soccorsi. L’uomo deteneva un porto d’armi sportivo ed anche per uso caccia, come confermato dai suoi difensori: “La pistola era in possesso da circa 20 anni”. Palumbo deteneva due fucili ed una pistola, la Beretta con la quale avrebbe sparato a Tullio e Giuseppe. Eppure non aveva il posto d’arma per uso personale dunque non poteva uscire con l’arma carica. Il suo intento, secondo la spiegazione fornita ai suoi legali, “era quello di intimorire i due ragazzi sparando nel vuoto, verso il terreno adiacente la propria abitazione”. Secondo ancora la sua versione “non vi era luce artificiale“. L’intero racconto di Palumbo, tuttavia, sarebbe stato smentito dalla criminologa Roberta Bruzzone, secondo la quale l’uomo rischierebbe allo stato attuale la condanna all’ergastolo.