Cinema, teatro, piccolo schermo. Vincenzo Salemme è un artista a tutto tondo e ha fatto un bilancio della sua carriera ai microfoni del Corriere della Sera. Il celebre artista napoletano ha esordito parlando della sua “tradizione” di chiedere selfie ai fan, spiegando che il suo successo lo deve a loro: “Non ho avuto un riconoscimento diciamo istituzionale. Dopo le chiusure della pandemia ho ritrovato gli spettatori ed ero spaventato. Mi dicevo: ma non è che si sono scordati di me? Al debutto della tournée ho dovuto trattenere le lacrime. E poi, stare seduti due ore con la mascherina e ridere, mica è facile”.
Secondo Vincenzo Salemme manca la considerazione di ciò che fa, sottolineando che la critica nazionale non è mai andata a vederlo. “Non mi lamento, sono contento e appagato”, ha rimarcato, e a suo avviso questa mancata considerazione è legata al fatto che risulta difficile dargli un’etichetta: “A volte mi dicono: hai recitato con Eduardo De Filippo, con Nanni Moretti, e poi fai queste cose a teatro? Ma io per fare queste cose ho avuto bisogno degli insegnamenti di Eduardo. L’attore prima di tutto ha il dovere di vivere. Devi essere autentico. Vivere e amare fino in fondo. E tutto questo finisce in palcoscenico”.
VINCENZO SALEMME: “EDUARDO MI FULMINAVA NELLE PAUSE”
Nel corso della lunga intervista al Corriere, Vincenzo Salemme ha ricordato le tre commedie al fianco di Eduardo De Filippo e ha parlato di un uomo semplice, che però nelle pause lo fulminava: “Io restavo lì per vedere se mi diceva qualcosa. Voi lo sapete, mi diceva, perché mi viene a vedere tutta questa gente? Aspettano che io muoia. Così possono raccontare: l’ho visto morire. Il teatro è quello, è l’attimo in cui arriva, non è né prima né dopo”.
Vincenzo Salemme ha poi ripercorso la sua infanzia, lui nato a Bacoli e figlio di madre maestra e papà avvocato. Secondo l’artista, essere provinciale negli anni Settanta era molto diverso rispetto ad oggi, complice l’assenza di internet. E non sono mancate le prese in giro: “A Bacoli parliamo a cantilena, a u al posto della o, ‘u pane, ‘femmene”.
VINCENZO SALEMME: “AVEVO MOLTI TIC”
Vincenzo Salemme
ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo della recitazione alle scuole elementari e ha spiegato di amare il palcoscenico perché lì poteva mostrarsi come non era nella realtà: “Avevo molti tic. Per esempio, dopo cinque metri mi giravo su me stesso. Per non impensierire mia madre, girandomi fingevo di salutarla. Recitavo per essere accettato. È qualcosa che ti rimane addosso”.
Parlando della sua carriera, Vincenzo Salemme si è soffermato sul legame con Nanni Moretti, ricordando i tre film in cui ha recitato per il celebre regista. E non è mancata una considerazione non banale: “Lui a volte è vittima di sé stesso? È molto competitivo. A calcio balilla, Nanni, litigava anche con i bambini”. E ancora, parlando del cinema, Salemme ha spiegato che è stato ripagato fino ad un certo punto: “Forse non sono riuscito a essere me stesso fino in fondo. A teatro il successo è enorme”.