Vincenzo Spadafora fa coming out in diretta tv. «Penso che la vita privata delle persone debba rimanere tale, ma penso anche chi ha un ruolo pubblico, un ruolo politico, abbia qualche responsabilità in più», questa la premessa dell’ex ministro M5s a Che tempo che fa. Poi ha dichiarato la sua omosessualità, spiegando che è una scelta che ha fatto per se stesso: «È importante volersi bene e rispettarsi», ha detto con commozione tra gli applausi del pubblico nello studio del programma di Fabio Fazio. Della sua omosessualità parla nel libro “Senza riserve”, che uscirà la settimana prossima. «È stato un modo per me anche per testimoniare il mio impegno politico. Ma è anche una testimonianza di tipo religioso. Io sono anche molto cattolico, può sembrare in contraddizione ma non lo è affatto».
Vincenzo Spadafora ha spiegato che in politica spesso l’omosessualità «viene usata anche per ferire, per colpire l’avversario, con un brusio che io stasera volevo spegnere». Il suo obiettivo comunque è essere valutato per quel che fa e per quel che è: «Da domani forse sarò più felice perché mi sentirò più libero».
SPADAFORA “RISCHIO SCISSIONE IN M5S”
Per quanto riguarda la politica, l’ex ministro Vincenzo Spadafora ha ammesso che all’interno del Movimento 5 Stelle «c’è» effettivamente il rischio di scissione. D’altra parte, ha pure assicurato: «Io lavoro affinché ciò non avvenga». Quindi, ha dato un consiglio a Giuseppe Conte, che per evitare la scissione non deve interpretare «la sua leadership in modo solitario o con il suo ristretto gruppo», bensì coinvolgere tutti. Per quanto riguarda, invece, il rebus Quirinale, Spadafora ha espresso a Che tempo che fa l’auspicio che l’ex premier Giuseppe Conte convochi i gruppi. «Penso che siano finiti i tempi in cui queste cose si decidevano altrove, queste cose si decidono insieme».
Dal Movimento 5 Stelle, dunque, per Vincenzo Spadafora «può uscire la linea politica che chiede a Draghi di restare a fare il presidente del Consiglio», ciò ovviamente «per il bene del Paese». Ma sulla corsa al Colle il leader M5s «non ha ancora esplicitato» il suo pensiero «in modo netto», dunque «sarebbe assurdo pensare di deciderlo senza consultare i parlamentari».