C’è anche Vinicio Marchioni tra i protagonisti de “La Tempesta Perfetta“, lo speciale di Rai Uno dedicato al Modena Park di Vasco Rossi andato in scena ormai tre anni fa. L’attore e regista romano è infatti un fan sfegatato del “Blasco” e come molti altri suoi colleghi racconterà su Rai Uno le emozioni vissute in quella serata talmente irripetibile da essere considerata unica.



L’interprete romano, che ha conquistato il grande successo di pubblico grazie all’interpretazione del Freddo nella serie tv “Romanzo Criminale” di Stefano Sollima, in un’intervista rilasciata qualche tempo fa al portale “Amica” ha raccontato di essere nella vita tutt’altro che “freddo”. Molto interessante il suo punto di vista sull’amicizia tra uomini: “Non siamo bravi a parlare delle nostre cose. Tra amici non ci confidiamo se la sera prima abbiamo avuto problemi con la nostra compagna e via dicendo. Questa intimità maschile è qualcosa con cui noi maschietti dovremo fare dei conti, prima o poi. (…) Anche se sembra sempre di rompere una specie di tabù quando parli di certe cose, anche con un amico che conosci da 40 anni. Ce l’abbiamo nel DNA. Non dobbiamo piangere, dobbiamo essere forti, e quant’altro… tutte cazzate! Quella che chiamiamo erroneamente ‘la parte femminile’ è semplicemente quella più sensibile. Il rischio è che si sfoghi altrimenti, se non gli diamo ascolto. Spesso in modo violento, con le donne a farne le spese”.



VINICIO MARCHIONI E IL RAPPORTO CON “IL FREDDO”

Il rapporto di Vinicio Marchioni con “Il Freddo”, il personaggio di Romanzo Criminale che gli ha dato la grande popolarità, com’è facile intuire è di odio-amore. Lo ha spiegato lo stesso 45enne romano in occasione di un’intervista a cittanuova.it: “Quel ruolo è arrivato con già 10 anni di attività alle spalle. Avevo lavorato con Luca Ronconi e altri registi, e stavo costruendo un inizio di carriera teatrale. L’appellativo che sui giornali mi si dava mi ha infastidito soprattutto perché automaticamente non veniva considerata tutta l’attività precedente. La mia vita professionale è tuttavia iniziata con quel ruolo, che mi ha dato la possibilità di farmi conoscere al grande pubblico e agli addetti ai lavori. Quindi non posso che essere grato. Comunque non ha influito su tutto quello che ho realizzato dopo. (…) L’identità è qualcosa sulla quale un attore deve lavorare quotidianamente. Tornando all’esempio del Freddo, se io mi fossi adagiato su quel ruolo e sulle proposte lusinghiere che mi sono arrivate dopo, la mia identità come essere umano e come professionista sarebbe stata cancellata. E oltre a quel ruolo non credo che avrei fatto molto altro. Per identità intendo anche la fedeltà a un modo di intendere questo mestiere, al mantenere e cercare di lavorare quotidianamente sul perché si è scelto di farlo”.

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