A “Quarto Grado”, trasmissione di Rete 4 condotta da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero e andata in onda nella serata di venerdì 21 ottobre, è stato approfondito il caso legato alla morte di Vinitha Nicolò, 39enne originaria dello Sri Lanka, madre di due figli e trentina d’adozione. Da qualche anno, infatti, si era trasferita fra i meleti della val di Non, dove lavorava come barista. A giugno aveva conosciuto il suo fidanzato Claudio Piras, 38 anni, operaio. In estate hanno trascorso insieme le vacanze a Jesolo e hanno anche adottato un cane, di nome Olaf.



Poi, però, il 24 settembre il bar dove Vinitha Nicolò prestava servizio ha cessato la sua attività. La donna non si è data per vinta, impiegandosi subito nella raccolta delle mele, ma il 28 settembre, mentre consumava un aperitivo al bar con il compagno e un suo collega 17enne, incontrò l’ex datore di lavoro con la compagna, mettendosi a discutere con quest’ultima: Io non sono intervenuto perché Vinitha mi ha sempre detto che ognuno si doveva risolvere i propri problemi – ha spiegato Piras –. Rincasando, a un certo punto ha tirato il freno a mano della macchina, ha aperto la portiera e se ne è andata. Voleva sbollire, era inutile inseguirla e stressarla ancora di più. Voleva il suo spazio”.



VINITHA NICOLÒ, IL FIDANZATO CLAUDIO PIRAS: “NON AVEVA NEMICI, IO NON HO COLPE”

Alle 20.30, stando alle ricostruzioni effettuate, Vinitha Nicolò avrebbe contattato qualcuno via cellulare. Il suo compagno Claudio, intanto, è rientrato a casa e ha iniziato a preoccuparsi: alle 21.53 ha provato a contattare la sua fidanzata, ma il telefonino era staccato, così “io e il mio collega 17enne abbiamo girato tra i meleti, filare per filare, poi abbiamo deciso di dare l’allarme”. Alle 23.33 Claudio Piras ha chiamato un amico vigile del fuoco, poi il numero di emergenza. Vinitha è stata trovata priva di vita sul greto del rio Pongaiola poche ore più tardi: gli effetti personali, lo spruzzino per l’asma e una cuffia sono stati trovati a bordo strada, mentre in prossimità del luogo del ritrovamento i carabinieri hanno invece rinvenuto la sua borsa.



Secondo il fidanzato, l’omicidio di Vinitha Nicolò è un’ipotesi non percorribile perché lei “non aveva nemici, era una persona solare. L’ultima persona che era con lei ero io e so di avere la coscienza pulita. Non avrei mai voluto fare del male a una persona, specialmente alla mia ragazza. Non sono colpevole, la mia unica colpa forse è stata quella di averla lasciata andare quella notte, quando ha aperto lo sportello dell’auto”. Da ultimo, un ricordo della ragazza: “Era una donna bellissima, solare, sempre sorridente e pronta ad aiutare il prossimo. Era stupenda, volevamo sposarci, a dire la verità, anche se stavamo insieme da poco tempo. Ci siamo conosciuti al bar dove lavorava e mi ha colpito il suo modo di fare. A luglio, bruciando le tappe, siamo andati a convivere. Io ho perso anche mia mamma quest’anno e Vinitha Nicolò mi dava quell’affetto dentro casa che mi faceva stare bene. Aveva un po’ il vizio di scappare, l’aveva già fatto un’altra volta dopo una discussione tra me e lei per l’assicurazione della macchina, ma il giorno dopo avevamo subito fatto pace”.