Vino messo al bando dall’Unione europea? Il rischio c’è. Domani a Strasburgo conosceremo l’esito del voto al report della Commissione speciale sulla lotta contro il cancro (Beca) e non è da escludere un “bollino nero” per l’alcol, che comprende anche lo stop alla pubblicità. Il mondo agroalimentare italiano ed europeo è sul piede di guerra, lettere e colori potrebbero causare ingenti problemi economici.



La Commissione istituita dal Parlamento europeo nel giugno 2020 ha predisposto un documento di indirizzo politico contenente una serie di raccomandazioni rivolte alla Commissione Ue e agli Stati membri per le loro azioni nella lotta contro il cancro. Secondo quanto affermato dai membri, l’alcol – compreso il vino – contribuisce al 10% di casi di cancro negli uomini e al 3% di casi di cancro nelle donne. «Minore è il consumo di alcol, minore è il rischio di sviluppare neoplasie», si legge nel report.



“Vino è cancerogeno”: agroalimentare sul piede di guerra

Il vino rischia di ricevere un bollino nero e la lettera F, un marchio che ne sconsiglia il consumo. Come riporta La Verità, il sottosegretario leghista all’agricoltura Gian Marco Centinaio non ha usato troppi giri di parole: «Vorrei sapere che ne pensa Emmanuel Macron di questa idea di bollare il vino con l’infamia. Ha detto che il vino è parte integrante dell’essere francesi». Nella discussione in corso a Bruxelles è prevista l’ipertassazione dell’alcol ma non solo: nessuna promozione con i soldi Ue e etichette dissuasive esattamente come quelle delle sigarette. A causa del grande dibattito nato nelle ultime ore, la commissaria europea alla Salute Stella Kyriakides ha tenuto a precisare: «Non c’è alcuna intenzione di prendere di mira una cultura gastronomica, il nostro lavoro sarà basato su dati scientifici. L’Europa – riporta l’Ansa – ha il livello più elevato di consumo di alcol al mondo e può causare diversi tipi di cancro, ecco perché abbiamo incluso un chiaro obiettivo nel nostro piano per raggiungere una riduzione di almeno il 10% nel consumo di alcol». Ricordiamo che l’Italia rischia un danno pari a 5 miliardi di euro, una cifra a dir poco imponente.

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