L’OIV, l’organizzazione internazionale della vigna e del vino, ha certificato la crisi mondiale del vino. Lo sottolinea Gambero Rosso precisando che, nello scenario che è stato illustrato a Digione dal direttore generale John Barker, i numeri risultano essere impietosi battendo numerosi record in negativo, a cominciare da quelli riguardanti la produzione che è crollata in maniera inesorabile, riportandoci al 1961, nonostante le superfici dei vigneti siano rimaste stabili. L’OIV “ha messo sul tavolo un durissimo elenco di dati che suona come un grido di dolore e che, allo stesso tempo, deve essere un monito per tutta l’industria ad affrontare seriamente il problema”, scrive Gambero Rosso.
Nel 2023 sono stati prodotti 237 milioni di ettolitri di vino, in calo del 9,6 per cento su base annua, quindi circa 25 milioni di ettolitri, e calo causato soprattutto dall’Italia (-23,2 per cento, dato peggiore dal 1950), e dalla Spagna (-21%). La Francia è invece ritornata in vetta alla classifica dei Paesi produttori con 48 milioni di ettolitri e un +4,4 su base annua.
VINO, L’OIV CERTIFICA LA CRISI 2023: CONSUMATI 221 MLN DI ETTOLITRI
Al di fuori dell’Europa spiccano gli Stati Uniti, il Cile, l’Australia e il Sud Africa, mentre l’Argentina ha registrato il suo peggior raccolto dal 1957 causa freddo primaverile e grandinate, e anche la Cina ha ridotto i volumi del 33 per cento. A complicare il settore del vino sono anche i consumi, che sono radicalmente cambiati nell’ultimo anno a causa di nuovi stili ma anche e soprattutto dal calo del potere d’acquisto a seguito dell’aumento dei prezzi.
Nel 2023 sono stati consumati 221 milioni di ettolitri, un calo del 2,6 per cento rispetto al 2022, peggior dato dal 1996. Tenendo conto dei 237 milioni prodotti, c’è inoltre un surplus di ben 15 milioni di ettolitri di vino. Sul fronte dei consumi il mercato degli Stati Uniti resta il principale con 33,3 milioni di ettolitri, in calo del 3 per cento, davanti alla Francia a quota 24,4, con l’Italia in terza posizione a 21,8. In Crescita Spagna e Russia, mentre la Cina conferma il crollo, con un meno 25%.
VINO, L’OIV CERTIFICA LA CRISI 2023: FRA PREZZO MEDIO DELL’EXPORT E I VINI PIÙ DIFFUSI
Per quanto riguarda il prezzo medio dell’export, si è toccato 3,62 euro per litro di vino, in aumento del 2 per cento, con i vini in bottiglia che pesano per più della metà dei volumi scambiati, leggasi il 53 per cento, e il 67 per cento del valore totale. In calo gli spumanti, scesi del 4 per cento, mentre per quanto riguarda lo sfuso, che vale un terzo dei volumi scambiati, si è registrata una decrescita del 4 per cento nella quantità e del 10 per cento nel valore.
In ascesa i bag in box, contenitori fra i 2 e i 10 litri, che occupano il 4 per cento dei volumi e il due per cento nei valori di vino esportato. Da segnalare infine che l’Italia resta il primo esportatore al mondo di vino in quantità, con 21,4 milioni di ettolitri, davanti a Spagna e Francia, ma quest’ultima è la migliore in quanto a fatturato, 11,9 miliardi di euro contro i 7,7 del nostro vino.