Meno quantità, più qualità. Dopo la galoppata del 2020, nel 2021 i volumi di vino venduti nella grande distribuzione hanno accusato una flessione dell’1,2% rispetto all’anno precedente. Per contro, però, il comparto incassa una crescita del 5% alla prova degli scontrini. A dirlo sono le rilevazioni del Report Nomisma Wine Monitor realizzato in collaborazione con NielsenIQ, che sottolinea come questi dati non rappresentino il frutto della contingenza: anche al confronto con il benchmark pre-pandemico del 2019, infatti, l’anno appena concluso registra un aumento in quantità del 5% e di oltre il 13% a valore, a testimonianza dell’ormai consolidata virata dei consumi di vino verso le categorie di fascia di prezzo più elevata.
Negli iper e supermercati, a spingere le vendite sono state soprattutto le bollicine, con gli spumanti Metodo Classico a registrare le dinamiche più rilevanti, grazie a una crescita a valore del +26%, seguiti dagli Charmat secchi (+19%), dallo Champagne (+16%) e dagli Charmat dolci (+12%). Sul fronte dei vini frizzanti e fermi, invece, calano le vendite dei primi (-4,3%), mentre aumentano quelle dei secondi (+1,8%).
Il 2021 – dice ancora il Report di Nomisma – ha poi certificato un rallentamento delle vendite nei discount sia a valore che a volume (rispettivamente -2% e -4%), cui si contrappone una crescita del Cash&Carry, il canale che si rivolge agli operatori del fuori casa, capace di mettere a segno un allungo di quasi il 20% nelle vendite a valore a fronte di un +15% nei volumi, a dimostrazione della ripresa dei consumi avvenuta, seppur a singhiozzo, nei bar e nei ristoranti durante un anno ancora complicato.
Un anno che ha anche consolidato il ruolo dell’e-commerce negli acquisti di vino. Dopo l’esplosione delle vendite online registrata nel 2020 anche a seguito dei lockdown e delle limitazioni e chiusure del fuori casa, il canale ha infatti incassato un’ulteriore progressione nei siti generalisti (catene retail e Amazon), mettendo a segno un +22% a valore e un +19% a volume rispetto all’anno precedente. Occorre tuttavia segnalare – avverte Nomisma – come l’ultimo trimestre 2021 abbia visto ridursi il giro d’affari generato sul web rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del 13% a volume. Ma va detto pure che questa riduzione rappresenta il risultato di un rimbalzo tecnico, dal momento che il dato del 2021 si confronta con il boom di acquisti online andato in scena nel 2020 a causa delle chiusure dei ristoranti e della conseguente necessità di festeggiare Natale e Capodanno tra le mura domestiche.
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