Il vino non è nocivo: l’ha stabilito il Parlamento europeo nell’ambito di una votazione relativa agli emendamenti al Beca, il Beating Cancer Plan. Come riporta “Il Sole 24 Ore”, per l’Italia, le cui vocazione e tradizione vitivinicola sono innegabili, si tratta di un traguardo importantissimo, celebrato anche da Matteo Salvini sui social, dove ha ribadito anche il ruolo chiave rivestito dalla Lega in questa battaglia. Pertanto, d’ora in avanti “sarà necessario distinguere il consumo moderato dall’abuso, saranno esclusi i warnings in etichetta (sul tipo di quelli presenti sui pacchetti di sigarette) ed è stato scongiurato il divieto di pubblicità – scrive il quotidiano –. Quindi le sponsorizzazioni da parte di bevande alcoliche come ad esempio la birra, di manifestazioni sportive come la Champions League, potranno continuare”.



L’europarlamentare italiano Herbert Dorfmann ha asserito: “La gran parte delle operazioni di voto è avvenuta in remoto. Non eravamo materialmente nell’aula e non avevamo elementi per sapere quanti deputati fossero presenti alla votazione e, di conseguenza, quale sarebbe dovuta essere la maggioranza necessaria per fa passare gli emendamenti. Per questo il risultato è stato reso noto solo questa mattina e fortunatamente per l’Italia e per il vino italiano è stato un successo su tutti i fronti”.



VINO NON NOCIVO: ESULTA ANCHE L’ITALIA

La filiera vitivinicola italiana – Alleanza delle Cooperative Italiane – agroalimentare, Assoenologi, Confagricoltura, CIA – Agricoltori Italiani, Copagri, Federvini, Federdoc, Unione Italiana Vini – non ha esitato su “Il Sole 24 Ore” a esternare la propria impressione sul verdetto relativo al vino in Europa: “È stata riconosciuta più appropriata la linea dell’approccio moderato. Auspichiamo che ora si possa continuare a lavorare insieme per la lotta contro il cancro senza demonizzare il consumo consapevole di vino e delle altre bevande alcoliche. In particolare la relazione BECA eliminava la parola ‘nocivo’ prima del ‘consumo’ di alcol, termine che esisteva nella relazione della Commissione; proponeva l’inserimento in etichetta di pesanti ‘health warnings’ e chiedeva il divieto di sponsorizzazione totale dell’alcol in relazione alle attività sportive”.



Mentre dopo l’approvazione degli emendamenti è stato reinserito il concetto di pericolosità dell’abuso di alcol e non solo del suo uso. La misura in cui il vino e le altre bevande alcoliche possono costituire un fattore di rischio dipende in modo significativo “non solo dalla modalità, dalla quantità e dalla qualità del prodotto consumato, ma anche dalla predisposizione genetica e dal modello dietetico in cui vengono consumate le bevande alcoliche. Bene anche che si siano evitati gli ‘health warnings’ in etichetta, poiché è senz’altro più efficace e opportuno promuovere il bere responsabile piuttosto che instillare concetti di paura per dissuadere i consumatori dal consumo tout court”.