Antonella Viola, immunologa, docente di Patologia clinica all’Università di Padova, ha cercato di fare chiarezza sui vaccini e sulla variante Delta, l’evoluzione del ceppo originario del covid che si sta diffondendo sempre di più anche in Italia e che a breve sarà predominante. Parlando con i microfoni del Corriere della sera ha affrontato varie questioni, a cominciare dallo specificare come si comportano i vaccini al momento in circolazione: “Dati preliminari ancora non pienamente valutati diffusi dal ministero della Salute israeliano (come vi abbiamo riportato anche noi nella giornata di ieri ndr) – dicono che a giugno, quando nel Paese la variante Delta era già dominante al 90% ed erano state cancellate le restrizioni, l’efficacia del vaccino Pfizer è calata del 30%, attestandosi al 64% nella prevenzione dei contagi asintomatici o lievemente sintomatici”. La Viola quindi aggiunge: “Con la Delta vediamo più casi di infezione tra i vaccinati e possiamo immaginare solo una diminuzione della circolazione del virus, che comunque non sparirà. È verosimile che Sars-CoV-2 diventerà endemico e dovremo imparare a conviverci”.
La cosa importante è che il vaccino protegge in ogni caso dalla forma grave di covid, quindi dall’ospedalizzazione e dall’eventuale evento morte: “Sì – prosegue la Viola parlando con il quotidiano di via Solferino – e la conferma arriva dagli stessi dati di Israele. Gli esperti hanno infatti fatto notare che rispetto alla malattia grave il tasso di efficacia del vaccino è calato solo del 5% passando dal 98% al 93%”. L’importante, comunque, è che si sia completato il ciclo di vaccinazione: “Tutti i vaccini approvati in Europa funzionano molto bene anche contro la variante Delta, purché il ciclo vaccinale sia completo. Contro il ceppo Delta la protezione per i vaccini Pfizer e Moderna scende dal 90-95%, all’85-90%: vuol dire che si può infettare il 10-15% di chi è completamente vaccinato. Per AstraZeneca da un livello del 70-75%, si scende al 65-70%. Una sola dose protegge invece solo tra il 20 e il 30 per cento”.
ANTONELLA VIOLA “VARIANTE DELTA? SI AMMALANO VACCINATI, MA ANCHE RAGAZZI”
In merito ai contagiati da variante Delta, la docente dell’ateneo padovano specifica che: “In Israele il 50% dei contagiati sono cittadini completamente vaccinati, l’altra metà sono bambini e ragazzi che non sono ancora stati immunizzati. La stragrande maggioranza di loro sono asintomatici o lievemente sintomatici. Con l’aumento dei contagi e una maggiore circolazione del virus non è da escludere però un aumento delle ospedalizzazioni anche se gli esperti concordano sul fatto che difficilmente si ripresenterà un’ondata come quella dello scorso autunno, dal momento che buona parte della popolazione italiana sarà vaccinata”.
Variante Delta che in Italia mette a rischio soprattutto “Gli oltre due milioni e mezzo di over 60 non ancora vaccinati che potrebbero ammalarsi ancora in modo grave e mandare di nuovo in crisi gli ospedali”. E a settembre, quando riprenderà la vita, a cominciare dalla riapertura delle scuole, cosa dobbiamo attenderci? ”Entro inizio settembre dovremmo cercare di vaccinare i ragazzini dai 12 anni in su in modo da ricominciare la scuola con meno problemi possibile. Si potrebbe pensare a classi meno numerose, introducendo sistemi di ventilazione come purificatori portatili. Senza dubbio gli studenti dovranno ancora indossare le mascherine”. Infine, tornando sulla variante Delta, la Viola specifica: “Sarebbe il 60% in più trasmissibile rispetto alla variante Alfa, che era già il 50% più trasmissibile rispetto al ceppo originale di Wuhan”, e sui sintomi: “Sembrano essere diversi – conclude l’esperta – più a carico dell’apparato respiratorio superiore come mal di gola, naso che cola, mal di testa, febbriciattola. La malattia assomiglia di più a un raffreddore e la perdita di gusto e olfatto sono quasi scomparsi”.