La curva epidemiologica del coronavirus sta lentamente appiattendosi, e nei prossimi giorni tenderà a decrescere. Il segnale che «le misure messe in atto stanno effettivamente dando dei risultati», racconta l’immunologa dell’università di Padova Antonella Viola, ospite in collegamento stamane con il programma di Rai Tre, Agorà. A spaventare, però, sono ora soprattutto le vittime, da due giorni a questa parte sopra le 700 «L’effetto sui decessi – ha spiegato ancora la dottoressa – purtroppo arriva distanza di un paio di settimane, quindi in questo momento non vedremo un rallentamento «ma lo vedremo un po’ più avanti. I morti di oggi sono più o meno i contagiati di un mese fa». Resta comunque un barlume di speranza, come anticipato sopra, e soprattutto, fra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, arriverà anche in Italia il tanto agognato vaccino anti-covid che dovrebbe risolvere la situazione del tutto: «probabilmente arriverà a gennaio – ha proseguito ancora l’immunologa Viola – sarà un vaccino sicuro».

VIOLA. “VACCINO NON SARA’ SOLUZIONE IMMEDIATA”

Ma guai a pensare che una volta che la popolazione si sottoporrà a vaccino, la pandemia sarà debellata: «non sarà la soluzione immediata: dovremo sicuramente fare i conti con questa situazione come minimo fino all’estate». Solo «a giugno probabilmente potremo tirare un sospiro di sollievo». In attesa della prossima estate, c’è comunque qualche aspetto positivo da sottolineare, come ad esempio il fatto che le restrizioni stiano dando i primi segnali «anche se, come ci si aspetta, arrivano lentamente. Se noi guardiamo cos’è successo nella prima fase, quando è stato fatto il lockdown, e vediamo quanto ci ha messo la curva poi a scendere, ci rendiamo conto che non possiamo aspettarci una riduzione drastica e rapida del numero dei contagi. Quello che possiamo aspettarci è ciò che sta avvenendo, cioè la curva rallenta la sua crescita, ma sta ancora crescendo». Ma il picco è già arrivato? Difficile a dirsi stando alla dottoressa: «Non faccio previsioni su quando arriverà il plateau. Sia perché non sono un’epidemiologa, sia e soprattutto perché abbiamo imparato che questo dipende da troppe variabili. Non solo l’andamento dell’infezione, che ha comunque dei cicli, ma anche il comportamento delle persone, le regole che vengono messe in atto e il rispetto di queste regole. Fare previsioni in questo momento non è possibile».