Uno studio condotto nel Regno Unito sembra smentire uno degli “indizi” a supporto della teoria dell’origine non naturale della pandemia Covid. I ricercatori, analizzando campioni di feci di pipistrelli, trovando al loro interno nove coronavirus, di cui due mai identificati prima. Di questi, quattro hanno una sequenza quasi identica al sito di taglio della furina di Sars-CoV-2. L’unica differenza riguarda un nucleotide, come una lettera all’interno di una frase. «Questo dimostra non solo che questa sequenza esiste in natura ma anche che è presente in quei coronavirus a cui appartiene il Sars-CoV-2», scrive l’immunologa Antonella Viola sulle colonne de La Stampa. I ricercatori a sostegno della teoria del coronavirus come risultato di un processo di ingegneria genetica, si basavano sul fatto che la sequenza dell’Rna virale non era mai stata trovata prima, il famoso sito di taglio della furina nella proteina Spike.
In altre parole, quest’ultima possiede un pezzetto che viene tagliato da un enzima, la furina, che rende il virus ancora più contagioso. Da qui l’idea che il virus fosse frutto di un taglia-e-cuci realizzato intenzionalmente in laboratorio. «In realtà, però, se si conoscono la genetica e i meccanismi alla base dell’evoluzione, si può comprendere che è tutt’altro che impossibile per i coronavirus acquisire casualmente questa sequenza», aggiunge Antonella Viola. I risultati dello studio pubblicato recentemente ne sono la prova.
COS’ALTRO DIMOSTRA IL NUOVO STUDIO SUI CORONAVIRUS
Lo studio pubblicato, a detta dell’immunologa Antonella Viola, è importante anche per un altro motivo. Infatti, i ricercatori hanno dimostrato che uno dei coronavirus possiede una Spike che lega il recettore umano Ace-2 e promuove l’ingresso del virus nelle cellule umane, ma l’affinità è molto inferiore di quella di Sars-CoV-2, «non solo rispetto alle sue varianti attualmente in circolazione ma anche al ceppo originario che ha dato il via alla pandemia». Questo vuol dire che attualmente il coronavirus identificato nello studio britannico «difficilmente potrebbe infettare esseri umani», ma si può evincere anche «che è necessario un serrato monitoraggio dei pipistrelli per tentare di identificare sul nascere nuovi potenziali agenti pandemici».
Infatti, i virus nei pipistrelli, che sono come serbatoi naturali, continuano a replicarsi e a mutare, dunque Antonella Viola mette in guardia dal rischio di lasciarsi distrarre dalle ipotesi, mentre invece bisogna mantenere alta la guardia e monitorare la situazione. Infine, riguardo l’origine del Covid, l’immunologa scrive su La Stampa: «Non è possibile escludere completamente l’ipotesi di un errore procedurale avvenuto in un laboratorio in cui venivano studiati i coronavirus. Ma, ad oggi, le evidenze ci suggeriscono che il Covid-19 è stata una delle moltissime malattie trasmesse dagli animali e ci indicano di non abbassare la guardia, perché i coronavirus potrebbero tornare a minacciare la nostra salute».