Si parla di vaccini a Otto e mezzo, programma di La7, e lo si fa con l’autorevole immunologa dell’università di Padova, la professoressa Antonella Viola. In studio fanno notare che il traguardo delle 500mila vaccinazioni al giorno annunciato da Figliuolo è stato raggiunto solo a singhiozzo e la Viola replica: “Io credo che il modo migliore per vedere come sta andando la campagna di vaccinazione sia vedere le dosi che abbiamo utilizzato, c’è una percentuale di dosi utilizzate rispetto a quella ricevuta che è molto alta, si va dall’80 al 90% sulla media nazionale, quindi il numero di vaccinazioni che si fanno dipende dal numero di dosi ricevute. E’ importante dire che le dosi che arrivano vengono utilizzate. Al momento l’Italia sta usando bene le dosi che arrivano e questa è l’unica cosa che ci deve interessare”.
Sulla forte presenza dei medici nelle trasmissioni televisive da più di un anno a questa parte: “Tante trasmissioni non hanno cercato il confronto, la nostra presenza doveva essere tranquillizzante, spiegare quanto stesse accadendo, dare alle persone la comunicazione che noi ce ne stavamo occupando, invece in molte trasmissioni non è stato così, si è cercato la rissa fra scienziati, e questo non ha aiutato diciamolo. Nel mio caso posso dire che la cosa più bella che mi è capitata è stato quanto scrittomi da molte persone anche famose che mi hanno detto che si fidavano di me e che quindi si sarebbero vaccinate”.
VIOLA: “NEL GOVERNO POCHI HANNO VISIONE DI LUNGA DURATA”
In questi giorni si discute della revoca dei brevetti sui vaccini anti-covid e a riguardo la Viola spiega: “E’ un tema molto delicato, bisogna garantire l’accesso ai farmaci ma bisogna anche garantire alle aziende di avere dei guadagni, altrimenti nessuno si mette più a lavorare sui vaccini, non dobbiamo agire in modo penalizzante verso di loro ma trovare il giusto equilibrio: si riconosce un prezzo ed un costo a questa invenzione e si permette alle altre aziende di produrre”. Si parla quindi della mancanza di visione del governo sul lungo termine: “Dipende dal fatto che la politica cerca il consenso immediato, a loro interessa il proprio mandato, essere rieletti, pochi hanno la visione da qui a vent’anni, cosa devo fare oggi per avere risultati fra vent’anni, non fa parte della nostra politica, l’abbiamo visto, non avevamo un piano pandemico, avevamo distrutto la medicina del territorio… mancanza di visione e di cura del territorio si sono evidenziate tutte a causa della pandemia, non so se hanno imparato la lezione, ma questa non sarà l’ultima pandemia della storia, quindi è bene che si impari in fretta”. Infine sul caso Fedez: “Non mi è piaciuta tutta la scena ma non mi piace il concetto di censura, ci si aspetta che almeno nell’arte ci sia libertà, di rompere”.