La professoressa Antonella Viola torna a fare il punto sull’emergenza coronavirus, ma lanciando un messaggio importante al ministro della Salute Roberto Speranza. A “Otto e Mezzo” ha infatti dichiarato: «Quello che mi preoccupa non è l’eccesso di cautela ma la mancanza di fiducia nei vaccini». Il riferimento dell’immunologa è alla decisione di far stare al massimo quattro persone ad ogni tavolo nei ristoranti. «Non si capisce perché non si dica perché a un tavolo al massimo ci possono essere quattro persone non vaccinate. Se sei persone vaccinate vanno a cena insieme, non c’è alcun rischio». Pur senza nominare Speranza, la professoressa Viola ha messo in evidenza una contraddizione. Allora Lilli Gruber le ha chiesto se i vaccinati possono rinunciare alle mascherine: «Questo è un altro discorso. Lo può fare con altri vaccinati. Ora, in giro, sarebbe difficile capire chi è vaccinato e chi no». In generale, comunque, ritiene che all’aperto si possa rinunciare alle mascherine. «Tranne nelle situazioni di assembramento».
VIOLA “BAMBINI VANNO VACCINATI…”
Ma la cosa che colpisce la professoressa Antonella Viola «è che non ci sia fiducia nel vaccino, che non viene incentivato: dicendo che potremmo fare cene anche con 10 persone se fossimo tutti vaccinati, questo sarebbe un incentivo per convincere le persone che ancora non lo hanno fatto a fare il siero». Quindi, oltre a ribadire la convinzione sui vaccini, ne ha parlato anche in relazione alla somministrazione sui bambini. «Certamente sì, sono favorevole anche alla vaccinazione dei bambini. Innanzitutto hanno un altissimo profilo di sicurezza e poi perché l’infezione naturale è sempre più pericolosa della vaccinazione», ha dichiarato Viola da Lilli Gruber. Quindi, ha spiegato che, pur essendo vero il fatto che i bambini vanno incontro a forme leggere del Covid, ha ricordato che «ci sono stati bambini ricoverati in ospedale, anche in terapia intensiva». Peraltro, ci sono poche informazioni sull’effetto a lungo termine dell’infezione. «Non abbiamo abbastanza dati per capire se anche una sintomatologia non grave può avere effetti a lungo termine». Infine, così si protegge la collettività e si blocca la circolazione del virus, quindi è un atto di responsabilità.