Luciano Violante a tutto tondo ai microfoni de Il Giornale. L’ex magistrato ha esordito commentando la campagna denigratoria de Il Fatto Quotidiano nei confronti di Silvio Berlusconi – «No al garante della prostituzione», il titolo della prima pagina del quotidiano diretto da Marco Travaglio – spiegando che si tratta senza mezzi termini di «parole inutilmente offensive».
«Si può esprimere un qualcosa in tanti modi, ma quando lo si fa in modo aggressivo e volgare, è dequalificante a prescindere», l’analisi di Luciano Violante, ribadendo che tutti i cittadini che hanno più di cinquanta anni possono candidarsi alla presidenza della Repubblica, Berlusconi incluso: «Spetta ai parlamentari decidere chi votare. Ad ogni modo le persone non vanno mai offese. È sbagliato usare questi toni nella lotta politica»
LUCIANO VIOLANTE: “CASO MORISI? BATTAGLIA CONTRO LA LEGA”
Nel corso della lunga intervista a Il Giornale, Luciano Violante si è soffermato sul caso Morisi, un’inchiesta finita nel nulla dopo i titoloni apparsi sulle prime pagine dei quotidiani. Per l’ex magistrato i mezzi di comunicazione hanno commesso certamente degli errori, precisando: «È stata una battaglia politica contro la Lega non condotta dalla magistratura». Luciano Violante ha poi commentato la riforma Cartabia, definita «utile» anche se non tocca l’ordinamento giudiziario, che necessiterebbe invece di interventi urgenti: «Occorre rinnovare nel Csm solo i componenti che sono in carica da quattro anni. La rotazione ridurrebbe il potere improprio delle correnti. Il Csm dovrebbe avere due funzioni: tutelare l’indipendenza dei magistrati e assicurare il raccordo tra magistratura e altri poteri dello Stato. Col tempo entrambe sono venute meno. La magistratura si è autoisolata». Luciano Violante ha poi citato alcuni interventi di tipo costituzionale – a partire dall’introduzione un’Alta Corte – fondamentali per il ripristino della credibilità: «Ne abbiamo bisogno. I pericoli non vengono dall’esterno, ma dall’interno. È la magistratura, che attraverso i comportamenti, deve recuperare un rapporto di fiducia».