LECH WALESA, LA POLONIA CONDANNATA E IL PROCESSO SULLA “SPIA”
La Corte europea dei diritti umani (CEDU) ha condannato la Polonia a risarcire l’ex Presidente Lech Walesa, fondatore di Solidarnosc ai tempi dell’occupazione sovietica: «Le autorità polacche devono prendere tutte le misure legislative necessarie a garantire nuovamente il diritto a un equo processo e il principio dell’indipendenza di tribunali e magistratura violati a causa della riforma della giustizia iniziata nel 2017», sentenzia la Corte CEDU dando al Governo polacco 12 mesi di tempo per modificare la suddetta legge approvata dal Governo conservatore PiS (Diritto e Giustizia).
La Corte europea ha violato i diritti di Lech Walesa in quanto non ha concesso un equo nel momento in cui il procuratore generale ha riaperto il caso, già giudicato in favore dell’ex leader di Solidarnosc in primo grado, circa le affermazioni di un suo ex amico e associato circa la presunta «collaborazione con le autorità sovietiche». Il primo storico Presidente polacco dopo la caduta del Muro venne infatti tacciato di essere una spia comunista al soldo di Mosca: contro Walesa emersero alcuni documenti sequestrati all’Istituto polacco della memoria nazionale (Ipn) che mostravano una presunta collaborazione con la polizia segreta comunisti polacca, la Sluzba Bezpieczenstwa.
LO SCONTRO TRA WALESA E IL PiS DI KACZYNSKI
Il Nobel per la Pace immediatamente rispose alle accuse smentendo qualsiasi tipo di collaborazione: «Non ci sono documenti che provengano da me. Lo posso dimostrare alla giustizia». E così fece, tanto da venir assolto in un primo processo: poi però alla riapertura del caso dopo il 2017, ritiene la CEDU, la Polonia non concesse equo e giusto processo. Al netto del versamento di 30mila euro “per danni morali” all’ex Presidente, sullo sfondo permane lo scontro politico ancora attuale tra Walesa e il partito conservatore.
Il Nobel per la Pace polacco non si è nascosto in campagna elettorale delle recenti Elezioni Politiche, schierandosi con l’ex presidente del Consiglio europeo Donald Tusk contro il Governo conservatore: la sentenza della CEDU di fatto segna un “punto” a livello di opinione pubblica in favore delle opposizioni pro-Tusk nei giorni in cui i conservatori di Kaczynski e Duda non riescono a trovare i numeri per la maggioranza pur essendo stati votati primo partito nel Paese.