La Corte di Cassazione ha “stabilito” che se un colpevole del reato di violenza sulle donne non risarcisce la sua vittima, allora, dovrà farlo lo Stato. Un precedente giuridico decisamente importante, che fa appunto giurisprudenza, e che è stato riportato oggi dai colleghi dell’agenzia Adnkronos. Come stabilito dalla direttiva 2004/80/CE, la terza sezione civile della Corte di Cassazione ha riconosciuto “come sussistente il diritto al risarcimento del danno” da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri nei confronti di una donna che era stata vittima di una violenza sessuale quindici anni fa, nel 2005, a Torino. Sulla vicenda si era espressa lo scorso luglio la Corte di Giustizia Europea, che ha appunto dato ragione alla donna: la vittima avrebbe dovuto ottenere 50mila euro dai suoi violentatori, ma fuggendo alla giustizia ed essendo latitanti, non avevano ovviamente ripagato il danno.
CASSAZIONE OBBLIGA STATO A RISARCIRE VITTIMA DI VIOLENZA SESSUALE
Dopo che è stata emessa la sentenza, la corte europea ha inviato alla Presidenza del Consiglio un indennizzo di 25mila euro, la cifra che viene stabilita dal legislatore per questi casi, ma ritenuta comunque insufficiente per risarcire interamente la donna dal danno subito, così come stabilito dalla direttiva europea del 2004, che spiega che gli Stati membri debbano corrispondere un indennizzo “equo e adeguato” alle vittime quando i colpevoli del reato siano ignoti, irreperibili o incapienti. L’avvocato Marco Bona, difensore della donna vittima di violenza assieme agli avvocati Umberto Oliva e Francesco Bracciani, ha commentato la sentenza ai microfoni dell’Adnkronos: “E’ una sentenza di assoluta importanza ai fini del riconoscimento della responsabilità dello Stato italiano per la mancata attuazione della direttiva europea. Ci sono moltissime cause pendenti in tutta Italia e questa sentenza farà giurisprudenza”. Come anticipato dallo stesso legale, non sono da escludere numerosi “ricorsi” nei prossimi mesi, proprio da parte delle vittime di violenza che nonostante condanne dei loro aguzzini non abbiano ricevuto alcun risarcimento.