In un rapporto scioccante, l’Alto Consiglio per l’uguaglianza tra donne e uomini (HCE) in Francia ha sottolineato l’esplosione di violenza sui siti web che trasmettono contenuti pornografici. Milioni di video porno mostrano infatti atti di tortura e barbarie. “L’aumento della violenza nel porno è assolutamente sconcertante. Dobbiamo uscire da questa negazione”, avverte la presidente dell’HCE, Sylvie Pierre-Brossolette, che mercoledì presenterà al governo i dati, come sottolinea Le Figaro. “Crediamo di avere di fronte una generazione sacrificata, quella dei 5-15enni. Ora si tratta di salvare i più piccoli”, spiega magistrata Lisa-Lou Wipf. Il rapporto dell’Alto Consiglio per l’uguaglianza tra donne e uomini (HCE), intitolato “Pornocrime: poniamo fine all’impunità nell’industria della pornografia” mostra una situazione tragica.



“Questo è un massacro illegale a scopo di lucro. Milioni di video mostrano atti insopportabili di tortura e barbarie” denuncia Sylvie Pierre-Brossolette, presidente del Consiglio superiore per l’uguaglianza tra donne e uomini. Mercoledì il report sarà consegnato al ministro delegato francese alla parità tra donne e uomini, Bérangère Couillard, che ha già annunciato di voler lottare contro “la violenza e la barbarie, attraverso piattaforme e contenuti di controllo migliori”. Nei video le donne vengono “caricaturate con i peggiori stereotipi sessisti e razzisti, vengono umiliate, oggettivate, disumanizzate, violate, torturate”. La relatrice Céline Piques e la commissione sulla violenza corporea hanno realizzato uno studio sulle quattro principali piattaforme pornografiche (Pornhub, XVideo, Xnxx, Xhamster): il 90% dei milioni di video analizzati vedono un’esplosione di violenza fisica e sessuale, secondo l’HCE.



Violenza nei video porno: exploit di pratiche sadiche contro le donne

Una constatazione simile era stata avanzata già un anno fa dalla Delegazione per i diritti della donna al Senato. Lo studio stima che ci siano 1,4 milioni di video porno contenenti pratiche sadiche, 200.000 video che mostrano pratiche umilianti che comportano il lancio di urina e 1,5 milioni di video che utilizzano categorie razziste (come “dominazione razziale” o “schiavitù”). “Il rapporto è volutamente molto concreto nelle sue descrizioni per risvegliare i politici e l’opinione pubblica. Mentre la parità tra donne e uomini è per la seconda volta una “grande causa nazionale” nel quinquennio, la Francia non può tollerare che le donne vengano massacrate su questi set cinematografici. Non è più possibile rimanere ciechi di fronte a tali pratiche che generano una cultura dello stupro”, analizza Sylvie Pierre-Brossolette.



Addirittura il “prolasso”, ossia la discesa dell’utero nel canale vaginale, è ormai una categoria di ricerca con circa 21.000 video online. Per “riaffermare il divieto di mercificazione della sessualità altrui”, l’HCE suggerisce di creare un “reato generico
di sfruttamento sessuale”, integrando “nuove forme di sfruttamento informatico”, spiega Le Figaro. Gli atti, come sottolinea ancora il rapporto, non sono simulati: si tratta di violenza reale. “Tutti questi atti hanno ripercussioni reali sulla salute fisica e mentale delle persone che li subiscono, e per alcuni soddisfano la definizione legale di atti di tortura e barbarie” si legge. “La pornografia di per sé non è illegale, ma le piattaforme che pubblicano video gratuitamente da più di quindici anni hanno costruito il loro modello economico sulla spazzatura” analizza Thomas Rohmer, fondatore dell’Osservatorio Parenthood e dell’educazione digitale.