Giorgio Locatelli, chef italiano di fama internazionale grazie alla stella Michelin ottenuta a Londra con la “Locanda Locatelli” e giudice di MasterChef, è stato intervistato nelle scorse ore dalla testata giornalistica “Huffington Post”, alla quale ha descritto le sensazioni provate a poche ore dalla riapertura del suo ristorante dopo il lungo lockdown in Gran Bretagna: “Mi sento sollevato. Quando il ristorante è chiuso, senza nessuna entrata, è un problema. Ora possiamo ricominciare con una visione abbastanza ottimista. Non ci chiuderanno nuovamente tra due o tre mesi, questa è l’ultima volta che riapriamo. Ciò è molto importante, perché possiamo pensare al futuro, possiamo fare dei piani, decidere un budget per progettare i prossimi sei mesi”.



Una situazione che fa da contraltare alla rabbia dei ristoratori italiani, scesi in piazza a protestare, “ma la loro violenza non è scusabile”, ha puntualizzato Locatelli. “Io personalmente manco dall’Italia da tanto tempo, ma non posso non avere un’idea della situazione. Mi sono accorto, sentendo al telefono i miei colleghi ristoratori, di una cosa: la cassa integrazione italiana non ha funzionato e ha reso impossibile la vita a molte persone. Molti lavoratori del mondo della ristorazione si sono ritrovati senza entrate e con una famiglia, dei figli e un affitto da pagare. Come fai? Li lasci sulla strada? Chi deve pagarli?”.



GIORGIO LOCATELLI: “LA CIG IN INGHILTERRA HA FUNZIONATO”

Giorgio Locatelli individua proprio nella cassa integrazione la principale differenza tra Inghilterra e Italia in questa lotta contro la pandemia che ha coinvolto anche i ristoratori: “Qui i dipendenti erano più tranquilli, avevano i soldi necessari per vivere e ora sono tutti pronti per ricominciare. In Italia non è stato così. Le persone sono arrabbiate per questo ma io non condono mai la violenza. È brutto vedere le persone che lavorano nel mondo dell’hospitality usare la violenza per dimostrare le proprie intenzioni”. Tuttavia, al di là dell’emergenza sanitaria, il mondo della ristorazione ha appreso in questi mesi una dura lezione, da mandare a memoria: “Bisogna essere capaci di cambiare e dobbiamo ricordarci che il nostro business è dedicato a persone che consumano in modo differente – ha concluso Locatelli –. Il mondo è cambiato rispetto a cinquant’anni fa e il ristorante è lo specchio dei cambiamenti. Anche un ristorante aperto da 30 anni, se non si adegua ai nuovi clienti, è un locale nullo. Dobbiamo essere capaci di cambiare e trasformarci”.

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