VIOLENZA SUBITA A 15 ANNI: “DURATA 5 MINUTI, MA CI HO MESSO ANNI PER…”
Violenza subita da Nina Sophie Rima: cosa sappiamo dello stupro della modella e influencer e quali conseguenze ha avuto sulla sua vita? Oggi pomeriggio, nel corso del primo dei due appuntamenti del weekend con “Verissimo”, del sempre ricco parterre di ospiti del talk show condotto da Silvia Toffanin su Canale 5 farà parte pure al 25enne milanese, di recente vista pure sul piccolo schermo (e all’esordio sul set) nella fiction targata Mediaset “I Fantastici 5” con Raoul Bova. E nella lunga intervista della ragazza, che da poco ha dato alle stampe il libro autobiografico “Tutto quello che non ti aspetti”, ci sarà spazio per l’incidente che le era costata l’amputazione della gamba sinistra ma pure un altro dramma, ovvero la violenza subita da Nina Sophie Rima a soli 15 anni.
Come raccontato infatti nel suo libro, dato da poco alle stampe e intitolato “Tutto quello che non ti aspetti – Come sono tornata dall’inferno” (di cui certamente parlerà nell’ospitata su Canale 5 di questo pomeriggio), la violenza subita da Nina Sophie Rima è un trauma che ha dovuto vivere da sola per un certo tempo e che è riuscita a superare solo con gli anni. L’episodio risale a circa dieci anni fa, quando la futura modella e influencer, per sua stessa ammissione, conduceva un’adolescenza fatta di amicizie forse sbagliate e sperimentando pure l’uso di droghe. Sarà “Luigi”, nome reale e non di fantasia dell’uomo che l’aveva violentata (e che non denunciò mai: “Perché? Ma perché di mezzo c’era la droga. Cosa faccio, vado dalla Polizia e racconto che facevo uso di sostanze?”) pubblicato nell’ottobre del 2024, “mezzo deejay e mezzo spacciatore” a farle vivere quell’incubo e che rimarrà indelebile nella sua memoria.
NINA SOPHIE RIMA, “NON DENUNCIAI LUIGI: C’ERA DI MEZZO LA DROGA E…”
È ai ‘microfoni’ del magazine ‘Vanity Fair’, ma non solo, che si parla più diffusamente della violenza subita da Nina Sophie Rima: “Non ho cambiato il suo nome perché non leggerà mai il libro ma, se per caso dovesse capitargli tra le mani, si merita di rivedersi “aveva spiegato la 25enne parlando di un “40enne schifoso” che nelle discoteche si fingeva carabiniere per perquisire i ragazzini e sottrarre loro la droga. La sera dell’abuso, ricorda ancora la Rima, aveva accettato di andare in un appartamento orrendo dal momento che sua madre non era in casa e lei non aveva voglia di tornare e stare da sola. “Lì poi cominciamo a pippare cocaina (…) Io mi ero trovata altre volte in situazioni simili e non mi era mai successo niente. Mi ero illusa di sapermela cavare, invece ero stata solo fortunata…” aveva aggiunto Nina Sophie che poi era passata a descrivere lo stupro.
“Lui ha provato a baciarmi e io l’ho frenato immediatamente (…) L’ho respinto, mi ha inseguito. L’ho scampata per un po’ finché non mi sono ritrovata con le spalle al muro (…) Così mi ha presa: mi teneva ferma per le mani e con il suo corpo sul mio. Sentivo il peso addosso”: questo il ricordo della violenza subita da Nina Sophie Rima che ha ammesso di aver provato un mix di emozioni, dalla vergogna allo schifo per quell’uomo in quei cinque, interminabili minuti. “A quel punto, non ho neanche urlato. Non ho più fatto niente. Sono rimasta inerme a sperare che finisse presto”: a distanza di anni, quel trauma le ha impedito di fare sesso, cosa che le capita ancora oggi nonostante sia felicemente sposata. “Quei cinque minuti durano anni (…) Come si elabora un trauma così? Parlandone. Io l’ho confessato alle amiche, un anno dopo”: poi il percorso di terapia, cominciato varie volte e interrotto. E Luigi? “Non so neanche se è ancora vivo (…) Cosa gli direi se lo rivedessi? Che si merita una figlia femmina”.