Carrefour al centro delle polemiche per la maglietta choc. L’azienda si è scusata con coloro che si sono sentiti offesi dai contenuti della t-shirt, che è «contraria ai principi di inclusione e rispetto» e «appartiene ad un lotto che non avrebbe dovuto essere commercializzato». Dura la presa di posizione di Lucia Annibali su Twitter: «Indigna che una catena come Carrefour abbia messo in vendita una maglietta che veicola un messaggio violento e misogino». Così Laura Boldrini: «Vorrei capire cosa c’è nella testa di chi ha prodotto questa vergognosa maglietta, ma soprattutto di chi ha pensato di venderla. Sempre che ci sia qualcosa. Grazie a tutte le persone che si sono mobilitate per farla ritirare da Carrefour». Non manca anche chi ritiene che il caos social sia un po’ esagerato: «Sono T-Shirts famosissime in tutto il mondo e distribuite in tantissime versioni, si trovano in tutti i mercatini, negozi con vignette di diverso tipo pure al contrario. Queste polemiche sono davvero ridicole». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



CARREFOUR, MAGLIETTA CHOC: “UN ERRORE”

La maglia Carrefour che «incita il femminicidio e la violenza sulle donne» è un errore: l’azienda si è scusata per il grave errore ed ha annunciato un’indagine interna. Contattata da Repubblica, la catena di supermercati ha spiegato che erano state messe in vendita solo due di quelle t-shirt e che il prodotto era già stato ritirato mesi fa. Carrefour ha poi evidenziato in una nota: «Per noi l’impegno contro la violenza sulle donne è un valore centrale, come testimoniano numerose iniziative e sostegno di organizzazioni no profit impegnate su questi temi». Prosegue senza sosta il dibattito sui social network, con le principali forze politiche che hanno condannato la messa in vendita della maglietta choc. Così il ministro Paola De Micheli: «È aberrante che un’importante catena di supermercati permetta la vendita di una t-shirt che incita chiaramente al femminicidio. È un’operazione inaccettabile. È sempre gravissimo veicolare messaggi di odio e di violenza, l’azienda la ritiri subito». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

MAGLIA CARREFOUR “INCITA FEMMINICIDIO”: IRA CIRINNA’

Sta facendo il giro del web la maglia in vendita nei supermercati Carrefour ritenuta offensiva nei confronti della donna. Sulla t-shirt di colore blu c’è una stampa con la scritta in inglese “problem solved”, che significa problema risolto. Una didascalia messa a corredo di un’immagine stilizzata di una donna che urla nelle orecchie di un uomo, e con la reazione successiva di quest’ultimo che allunga il braccio, facendo poi crollare la compagna. A denunciare la vicenda è stata la nota parlamentare del Partito Democratico, Monica Cirinnà, che ha ripubblicato la foto della maglietta in questione sulla propria pagina ufficiale Twitter, con l’aggiunta del pensiero: “Ho appena visto questa maglietta in vendita al Carrefour. Se una donna parla troppo, meglio liberarsene? L’azienda sposa questo messaggio? Gravissimo, specie in un paese in cui la violenza contro le donne è notizia di ogni giorno. Chiariscano, o dovrò buttare la mia tessera”.

LE REAZIONI ALLA MAGLIA IN VENDITA DA CARREFOUR CHE INCITA ALLA VIOLENZA SULLE DONNE

Contraria alla t-shirt anche la senatrice democratica Valeria Fedeli, capogruppo in commissione diritti umani. “È gravissimo – scrive – che un’azienda produca magliette che incitano al femminicidio. Ancora più grave che una nota catena di supermercati si metta a disposizione per distribuirle. In un Paese dove ogni 72 ore una donna viene uccisa – aggiunge – la mercificazione di una tragedia di queste dimensioni è un fatto intollerabile”. La Fedeli si è poi rivolta alla nota catena di supermercati francesi, chiedendo l’immediato stop alla vendita della maglia: “L’azienda Skytshirt fermi subito la produzione e Carrefour Italia ritiri immediatamente il prodotto dai propri negozi”. Infine il pensiero di Valeria Valente, presidente della Commissione femminicidio: “Vi pare normale che in un Paese dove viene uccisa 1 donna ogni 2 giorni si possa mettere in vendita una t-shirt del genere?”. Il caso si sta allargando a macchia d’olio e sui social e sul web sta causando numerosi dibattiti.