Non si placa, giustamente, l’ondata di polemiche e sdegno per le violenze subite dai carcerati di Santa Maria Capua Vetere, con nuove immagini choc probabilmente pronte ad essere diffuse e le indagini che proseguono per cercare di capire chi e perché ha preso parte attivamente (direttamente e dalle retrovie dei posti di comando) allo scempio dei pestaggi e torture commessi ormai più di un anno fa.



Nella giornata di mercoledì 7 luglio i componenti del Dipartimento di Giurisprudenza della Università “Vanvitelli” di Caserta in una nota hanno lanciato un appello tanto alle istituzioni quanto ai semplici cittadini che ancora tengono al concetto di “garantismo” e tutela di ogni singola libertà costituzionale: i professori ricordano che «l’essenza dei sistemi costituzionali è nella regolazione dell’impiego della forza a garanzia dal sempre incombente arbitrio del potere». È quindi necessario, secondo i giuristi della “Vanvitelli” promuovere «con costanza la formazione e la coltivazione dei valori di civiltà giuridica nella polizia penitenziaria, come altrove, promovendo il carcere a luogo di ritorno alla vita sociale e cooperativa».



VIOLENZE IN CARCERE, L’APPELLO DELL’UNIVERSITÀ

Mentre ancora pare non sia emerso tutto dalle indagini sui pestaggi in carcere – ad esempio, non tutti gli agenti di Santa Maria Capua Vetere erano coinvolti nelle violenze, addirittura ve n’era uno che dalle immagini si vede nitidamente tentare di difendere i detenuti durante l’irruzione delle altre guardie e frapponendosi durante il pestaggio – l’appello garantista dell’università casertana prosegue: «bisogna che le prigioni siano non solo la sede dove s’infligge la pena, ma soprattutto occasione per la costruzione di un nuovo orientamento verso il futuro». Verso questi indirizzi e con questo spirito, il Consiglio di Dipartimento annuncia di aver assunto sin d’ora «l’impegno a destinare maggiori energie, confidando d’ottenere adeguato riscontro da parte delle autorità interessate». In chiusura di nota, i professore di Giurisprudenza sottolineano come sia necessario operare concretamente «per una trasformazione del tessuto sociale e culturale che ha prodotto siffatte deviazioni, affinché i valori fondanti della nostra democrazia, i principi costituzionali e della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, basati sul rispetto della dignità di ogni essere umano, siano sempre rigorosamente rispettati. Da tutti, e innanzitutto dallo Stato».

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