Picchiati, legati e tenuti a digiuno: per anni sono state queste le condizioni dei disabili in una comunità di Licata. A Storie Italiane ospiti i genitori di una giovane, affetta da un deficit cognitivo che ha reso necessario il ricovero in una struttura. La mamma, Ada, spiega: “Ci siamo fidati, avevamo delle aspettative come una qualità di vita migliore per mia figlia. All’inizio sembrava tutto normale. Dal ricovero a luglio l’abbiamo vista al suo compleanno e poi per le festività natalizie, quando i ragazzi sono stati impegnati in una recita. Le visite erano programmate, dovevamo chiamare una settimana prima”.



A scoprire dei maltrattamenti è stata proprio la donna, dalla tv: “Un giorno stato guardando la televisione e vedo mia figlia che viene accompagnata dai carabinieri in un’altra struttura, perché la prima era messa sotto sequestro. Da qui ho saputo tutte le crudeltà. Sono stati trattati in modo indecente, uno è stato trovato con i polsi legati al letto con le catene”.



Violenze in comunità disabili: ancora nessuna condanna

Dal 2016, ancora manca un giudizio per gli imputati. Michele, il padre della giovane disabile maltrattata nella comunità, racconta: “Nel 2023 ancora dicono che mancano i magistrati. Noi vogliamo giustizia. Se queste persone sono colpevoli devono essere condannate. La mia preoccupazione è quello che possa cadere in prescrizione, non vogliamo che questo succeda perché queste persone, che hanno commesso dei grossi danni, potrebbero non essere punite. La gente poi pensa di potersi permettere di fare questo”.

A denunciare i fatti delle violenze sui disabili erano state le insegnanti della scuola dove i ragazzi andavano: anche loro saranno sentite in udienza. Ada, la mamma della giovane, ci tiene a “Ringraziare veramente tanto le insegnanti che hanno potuto vedere quello che hanno fatto ai ragazzi”.