Anziché vendicarsi col suo rivale, ha provato ad uccidere due colleghi a cui era molto legato e sua madre. Ha dell’incredibile la storia che arriva dalla Germania, dove un violinista è finito a processo per tre casi di tentato omicidio. La vicenda – ricostruita oggi da Süddeutsche Zeitung – risale al 2022, quando una violinista e il compagno violoncellista ebbero un malore. Beate Blume accusò un’inspiegabile emorragia, qualche giorno dopo fu il compagno Michael Meier ad avere un’emorragia. Entrambi scoprirono anche perdite di sangue nelle loro urine. In ospedale scoprono di aver ingerito brodifacoum, un veleno che inibisce la coagulazione del sangue e che viene usato per i topi. Due mesi dopo, il Dipartimento di Investigazione Criminale di Hannover inviò una richiesta a livello nazionale: si stava indagando sul tentato omicidio di una donna di 90 anni affetta da demenza in una casa di cura. Nel suo sangue fu trovato veleno per topi.
Si scoprì così un collegamento con l’avvelenamento dei due musicisti: si tratta del violinista Marcus H, amico e collega di Beate Blume e Michael Meier, nonché figlio della degente della casa di cura. Aveva ordinato veleno per topi nel 2019 dalla Cina attraverso Ali Babà. Arrestato nel gennaio 2023, è finito a processo al tribunale regionale di Hannover. Le indagini hanno appurato che aveva avvelenato la madre all’inizio di settembre, giorni dopo avrebbe mescolato il veleno in una crema di formaggio e senape all’aglio che aveva dato ai due amici e colleghi. Quella salsa faceva parte di un loro rituale: dopo i concerti fuori Flensburg, infatti, i musicisti vi intingevano verdure affettate.
IN TRIBUNALE: PERCHÉ NON HA PROVATO AD UCCIDERE IL RIVALE?
Durante il processo è emersa la difficile storia del violinista, figlio di due oculisti. Come evidenziato da Süddeutsche Zeitung, la madre aveva dovuto rinunciare alla professione per la famiglia e per sostenere il marito quando ha iniziato a soffrire di paraplegia a causa di una negligenza legata ad un’operazione alla colonna vertebrale. Ma Marcus H. ha parlato anche della depressione per la quale aveva provato a suicidarsi. La musica però riusciva a risollevarlo, infatti era diventato la stella dell’Orchestra Sinfonica dello Schleswig-Holstein, dove gli fu offerto un posto di primo violino all’età di 29 anni. Viveva per la musica e l’orchestra, poi con i due colleghi fondò un quartetto d’archi di successo internazionale. Le cose cambiarono nel 2014, quando fu nominato nuovo direttore musicale generale (GMD) per l’orchestra, che si oppose aprendo uno scontro aperto. Finito nel mirino del direttore, Marcus H. fu escluso da alcune produzioni orchestrali. Inoltre, il suo rivale unì le forze col direttore per estrometterlo dall’orchestra.
Furono momenti difficili per il violinista, che iniziò a soffrire di insonnia e attacchi di panico anche sul palco, mentre la depressione si intensificava. Nel 2018 fece domanda per ottenere un posto come quarto violino, anche se ciò comportava perdita di reddito e prestigio, ma d’altra parte poteva avere più tempo libero. Dentro di sé, però, soffriva nel vedere il rivale al suo posto. A quel punto gli venne in mente di vendicarsi del rivale col veleno, ma la sua potenziale vittima non mangiava mai con loro né si recava nei concerti fuori città con loro. Decise allora di abbandonare il suo piano, poi però ha avvelenato i due amici e la madre. Non essendo malato di mente, per il pm si è sentito profondamente offeso dalle sue vittime. La madre, ancora piuttosto eloquente nonostante la demenza, potrebbe avergli detto qualcosa di offensivo. E potrebbe essersi risentito con i suoi amici per non averlo sostenuto nella peggiore situazione della sua vita. Ora il pm chiede 12 anni di carcere, mentre per la difesa l’unica cosa di cui è colpevole il violinista è il possesso di veleno, che però non avrebbe usato, quindi chiedono l’assoluzione.