20 anni dopo arriva la verità sulla morte di Virginia Mihai. Ma non solo: come vi abbiamo raccontato, anche la prima moglie di Valerio Sperotto sparì in circostanze mai chiarite ed anche sulla sua fine potrebbero arrivare prossimamente novità molto importanti. Sono state predisposte per luglio delle analisi su tubature e vasche della porcilaia: non è da escludere che vengano rinvenute tracce che possano ricondurre alle due donne. Un cold case di cui si è parlato a lungo negli ultimi anni, basti pensare alle dichiarazioni rese dall’ex sostituto procuratore Tonino De Silvestri a Il Giornale di Vicenza nel 2017: «Interrogai più volte Sperotto? Certo, anche alla presenza del suo legale Franco Pasquariello, mancato pure lui. Ricordò che sosteneva che quella di Mihai fosse un allontanamento volontario per metterlo in cattiva luce, perché la prima moglie aveva fatto lo stesso. Secondo lui si trattava di una sorta di congiura. L’allevamento di maiali venne perquisito più volte? Non lasciammo nulla di intentato, ripeto, analizzando anche un forno e un camino con l’intervento dei Ris, ma ogni ipotesi cadde. E il fascicolo venne archiviato». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
UNGHIA TRADISCE VALERIO SPEROTTO DOPO 20 ANNI
Un cold case risolto in maniera a dir poco clamoroso quello di Virginia Mihai, la donna scomparsa 20 anni fa nel vicentino che adesso si è scoperto essere stata data in pasto ai maiali dal marito grazie al ritrovamento di un’unghia del suo alluce all’interno della porcilaia. Gli esami del Dna hanno dato un esito certo: quei due centimetri e mezzo di unghia appartengono alla donna, che dunque non era scappata per mettere nei guai il marito come invece aveva sostenuto l’uomo Valerio Sparotto. Come riportato da “Il Corriere della Sera”, l’indagine stratigrafica dell’unghia ha fornito la compatibilità con il momento della scomparsa. Sul fatto che quel dna appartenga a Virginia non ci sono dubbi: il suo dna era stato infatti ricavato nel 1999 dal suo spazzolino da denti ed è perfettamente compatibile con quello trovato sull’unghia. (agg. di Dario D’Angelo)
IL CASO DI VIRGINIA MIHAI
Un cold case è stato risolto dopo 20 anni grazie al ritrovamento dell’unghia di un alluce. Questo reperto ha provato infatti che Virginia Mihai è stata uccisa e il suo corpo fatto sparire. La romena, seconda moglie dell’allevatore di maiali Valerio Sperotto, scomparve nell’aprile del 1999. Il caso della 40enne è rimasto irrisolto per decenni, poi la svolta. Come riportato dal Corriere della Sera, l’estate scorsa gli archeologi forensi hanno rinvenuto nell’ex porcilaia del marito, morto nel 2011, l’unghia. Due centimetri e mezzo da cui è stato ricavato il Dna della vittima. Virginia era stata uccisa e data in pasto ai maiali dal marito da cui si stava separando. E la stessa fine potrebbe aver fatto la prima moglie dell’uomo, Elena Zecchinato, di cui si persero le tracce nel 1988. Un secondo cold case che potrebbe essere a sua volta risolto con le ricerche che partiranno a breve sulle tubature e vasche della porcilaia di Velo d’Astico (Vicenza). Qui i carabinieri del nucleo investigativo sono tornato per un sopralluogo e per delimitare la proprietà per le ricerche. La chiave per risolvere i due misteri è dunque in quel terreno. I due casi dunque possono essere risolti grazie all’apporto delle nuove tecnologie e alla caparbietà del sostituto procuratore di Vicenza Hans Roderich Blattner e dei carabinieri.
VIRGINIA MIHAI FU UCCISA E DATA IN PASTO AI MAIALI
Eppure di inchieste ne erano state aperte diverse, infatti l’allevatore Valerio Sperotto fu indagato per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Ma i fascicoli furono archiviati. L’uomo parlava di una congiura e sosteneva che le due mogli erano fuggite con l’intenzione di inguaiarlo. Ma gli esperti del Labanof, il Laboratorio di antropologia ed ontologia forense dell’Università di Milano diretto da Cristina Cattaneo, insieme al lavoro del Ris di Parma, hanno dato una svolta ad un caso senza precedenti. Si sono ritrovati ad estrarre il Dna da un reperto di quel genere e così datato. L’unghia di Virginia Mihai si trovava nel terreno della canalina di scolo dei liquami. Il corpo si trovava lì nel 1999, non a Vicenza, dove qualcuno fece ritrovare la sua auto, chiusa a chiave e con il portafogli. Sperotto è stato forse aiutato da qualcuno per depistare le indagini? Vogliono scoprirlo gli inquirenti che, come riportato dal Corriere della Sera, sono ripartiti da zero. L’allevatore aveva atteso tre giorni prima di denunciare la scomparsa della moglie Virginia Mihai e aveva venduto frettolosamente i suoi maiali, pur sapendo che non digeriscono denti, capelli e appunto unghie, che non si decompongono. Dalle ricerche però non è emerso lo scheletro, che nel 2017 ha dichiarato di aver visto il costruttore Bortolo Miotti, che nel 2017 voleva acquistare l’area. L’imprenditore fu indagato per simulazione di reato e presto gli arriverà il conto degli scavi.