Si intitola “Samusà“, per la regia di Federico Tiezzi, il nuovo show di Virginia Raffaele, la poliedrica attrice che porta in teatro la sua storia di figlia di giostrai. Intervistata da “La Repubblica”, Virginia ha raccontato: “Dopo il successo di Performance, avrei potuto fare Performance 2 sempre con i miei personaggi, ma cambiare è nella mia natura e sono felice di questa contaminazione, mi affascina che un’idea molto pop possa trovare un’eleganza formale. Quando lavoriamo io parlo della nave pirata, lui (Tiezzi, ndr) di Cechov. Sarà un Brecht che tira la pallina e vince il pesciolino rosso…E comunque se siamo qui è perché condividiamo coraggio e passione“. Tiezzi conferma: “Io mi sento un esploratore in una terra incognita, il luna park, e non solo è divertente perché durante le prove ogni tanto lei mi fa la voce della Vanoni o della Abramovic, ma perché sentirla raccontare è come stare sulle montagne russe“.



VIRGINIA RAFFAELE: “SONO DIVENTATA UNA GIOSTRA ANCHE IO”

Virginia Raffaele parla così dei motivi che l’hanno portata ad intraprendere questa “avventura”: “Chi non lo è non può immaginare cosa significhi essere giostrai. I miei nonni negli anni 50 sono stati i fondatori del luna park dell’Eur a Roma, e lì sono nata e cresciuta. Facevo i compiti davanti alla giostra, il primo bacio l’ho dato sotto il Bruco Mela…Era il mio Truman Show: pensavo che la vita finisse ai cancelli verdi del luna park. Nel 2007 è successo che lo hanno chiuso e quella cosa mi ha ferito, non solo perché ha messo sul lastrico cento famiglie compresa la mia, ma perché non mi andava giù che finisse tutto. Così l’ho voluto raccontare. E siccome quando cresci tra le giostre finisci che diventi una giostra anche tu, io in fondo faccio quello che facevo da bambina: attraggo il pubblico e lo diverto. Ho riportato il luna park dentro di me. Tutto questo l’ho raccontato anche a Federico e l’ho convinto“.



VIRGINIA RAFFAELE: “ORA INTERPRETO FINALMENTE ME STESSA”

Il regista Tiezzi racconta di essere rimasto folgorato dal linguaggio gergale usato da Virginia, quello dei giostrai. E la Raffaele chiarisce: “Dritti, snicciamo…(…) E’ una lingua che si tramanda a voce. Il giostraio gira, prende un termine qui, uno là, e li camuffa per non farsi capire. Io e mamma parlavamo così. Al bancone per dire ‘chiedi i soldi’, lei mi diceva ‘chiedi la pila’, o se c’era qualcuno di un po’ sospetto, ‘sniccia il mecco’. I dritti invece sono i giostrai“. L’attrice spiega infine perché ci tenesse tanto a raccontare il suo passato: “Forse per esorcizzarlo e liberarmene. Forse per dare libertà ad una parte di me, aprire la gabbia a quello strano animale che scalpita da molto tempo. Forse anche per interpretare finalmente me stessa, dopo essermi sdoppiata in tanti personaggi“.

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