Da eroe a capro espiatorio, come si legge sul Corriere della Sera: protagonista della vicenda che arriva dalla Germania è Christian Drosten, virologo di 48 anni che nel 2003 guidò il team che isolò il virus della Sars sviluppandone un test diagnostico e si meritò la più alta onorificenza civile dello stato tedesco, il Bundesverdienstkreuz. Nel 2017 è passato a condurre l’Istituto Virologia del Charité, il più grande policlinico di Berlino, ed è anche diventato uno dei massimi esponenti in materia di Coronavirus: il governo del Paese si è servito e si serve dei suoi consigli per le politiche di lockdown e riapertura. Un po’ come succede in tutte le altre nazioni che stanno affrontando il tema della pandemia, come ben sappiamo anche in Italia. Eppure Drosten, considerato una sorta di mito della medicina, da qualche tempo è caduto in disgrazia e anche lui deve fare i conti con la tagliola delle polemiche, e accuse anche bizzarre di essere accademicamente poco integro e aver asservito la politica.



VIROLOGO TEDESCO NELLA BUFERA

Il motivo si chiama Bild Zeitung: il popolare quotidiano ha infatti pubblicato un articolo nel quale viene citato uno studio di Drosten, che sarebbe giunto alla conclusione che il Coronavirus ha una contagiosità sui bambini che è pari a quella sugli adulti. Tema particolarmente complesso come ben sappiamo, sul quale anche le ricerche mediche per il momento non remano dalla stessa parte – si tratta pur sempre di eseguire dei test, che possono dare inizialmente risultati diversi anche a seconda dei campioni. Ebbene: il governo e i Lander sulla base di questo studio hanno deciso di tenere chiusi asili nido e scuole nonostante la riapertura dopo il lockdown, ma la ricerca sarebbe inesatta: uno dei punti chiave che vengono criticati a Drosten è quello di aver esaminato un numero troppo basso di bambini per creare un modello statistico che potesse venire preso sul serio.



Di conseguenza la Bild ha parlato di una sorta di truffa, screditando il medico: per farlo avrebbe anche riportato il parere di alcuni colleghi (che, si legge sul Corriere, non sarebbero nemmeno stati sentiti per una conferma) e avrebbe intimato (minacciato) il virologo del Charité di produrre una tesi difensiva entro un’ora di tempo. Una cosa quasi folle, tanto che lo stesso Drosten ha liquidato la faccenda su Twitter dicendo di avere cose più importanti da fare che rispondere all’articolo del quotidiano (definito “tendenzioso”). Intanto però i famosi medici utilizzati per attaccarlo avrebbero preso le distanze: lo studio di Drosten non è stato ufficialmente pubblicato, bensì messo a disposizione perché la comunità scientifica potesse osservarlo e appunto, eventualmente, trarne qualche osservazione. Al medico è stata recapitata una provetta di un test da Coronavirus con la scritta “Bevilo, così sarai immune”. A quel punto è intervenuta la polizia per indagare: siamo sostanzialmente oltre i limiti.

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